Dopo l’arresto dei membri dell’equipaggio della Global Sumud Flotilla da parte delle forze militari israeliane, in Italia è stato indetto uno sciopero nazionale da parte dei sindacati Cgil e Usb (Unione sindacale di base) per oggi, venerdì 3 ottobre. Allo sciopero hanno aderito anche le sigle Cub e Sgb.

Sciopero dei trasporti

Lo sciopero, nato dopo il fermo delle navi civili che erano partite da diversi porti del Mar Mediterraneo per portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, si somma a quello nazionale già previsto per la giornata di oggi relativo al trasporto pubblico, iniziato alle ore 21 di giovedì 2 ottobre.

Trenitalia ha confermato lo sciopero che potrebbe coinvolgere il personale di Trenitalia e di Trenitalia Tper. Sono garantiti alcuni servizi essenziali, con la circolazione dei treni che dovrebbe funzionare dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 18.00 alle ore 21.00. I treni garantiti sono visionabili sull’apposita pagina del sito di Trenitalia. Lo stop è valido anche per il trasporto pubblico locale.

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Garante: “Sciopero illegittimo”

Non essendo stato annunciato almeno dieci giorni prima dall’effettiva data di sciopero, come norma prevede, lo sciopero è stato dichiarato illegittimo da parte della Commissione di garanzia sugli scioperi, una autorità amministrativa indipendente che ha il compito di valutare l’idoneità degli scioperi e sulla loro applicazione.

Infatti, lo sciopero è stato chiamato la sera di mercoledì 1° ottobre, solo dopo che le forze militari di Israele hanno bloccato le navi della Flotilla. Riunita in via straordinaria, la Commissione ha dichiarato “illegittima” l’agitazione, motivando la decisione proprio con il poco preavviso che viola l’obbligo di legge. Da parte loro le organizzazioni sindacali hanno confermato la mobilitazione e hanno annunciato di aver presentato un ricorso al giudice del lavoro. “Chi domani parteciperà a uno sciopero dichiarato illegittimo dalla Commissione, ne pagherà personalmente le conseguenze, come previsto dalla legge” hanno detto fonti interne del ministero dei Trasporti nella serata di giovedì.

Il corteo di Bologna

Già nella serata di mercoledì 1° ottobre e nella giornata di giovedì 2 ottobre a Bologna ci sono state alcune manifestazioni spontanee per protestare contro l’azione delle forze militari israeliane. Ieri mattina un gruppo di manifestanti aveva tentato di entrare all’interno della stazione centrale, ma i loro tentativi erano stati bloccati con alcune cariche da parte della polizia.

Stazione centrale in difficoltà: molti treni cancellati e ritardi fino a sei ore

Nella serata di ieri, dopo un presidio nato in piazza Maggiore, un corteo formato da circa 4mila persone – come riferito dalla questura di Bologna, mentre alcune agenzie di stampa indicavano 10mila persone – si è diretto verso le vie Ugo Bassi, Marconi e Amendola, bloccando il traffico veicolare fino ai viali. Il corteo è stato bloccato nei pressi della stazione centrale con il lancio di lacrimogeni da parte della polizia in tenuta antisommossa, ma un gruppo più ristretto di manifestanti è riuscito a bloccare la circolazione dei treni solo dopo essersi scontrato con la polizia nei pressi dell’ingresso di via de’ Carracci. Dal lato di piazzale Medaglie d’Oro, invece, sono stati registrati danneggiamenti e il lancio di sassi, fumogeni e altri oggetti.

Due persone sono state denunciate per gli scontri in stazioneAl via lo sciopero

Alle ore 9 è iniziato il concentramento di manifestanti in piazza Maggiore. Le persone in piazza sono già migliaia.

Flotilla in piazza Maggiore

Attorno alle ore 10 le persone presenti in piazza Maggiore, secondo le stime della Digos, sono circa 5mila. Presenti anche diversi camion che guideranno il corteo che, secondo alcuni manifestanti, ha l’obiettivo di arrivare fino all’aeroporto Marconi di Bologna, anche se al momento non ci sono conferme in merito. Piazza Maggiore è piena e la testa del corteo si è già spostata su via Ugo Bassi in direzione via Marconi. Le persone presenti alla manifestazione sono più di 10mila, secondo una stima della questura di Bologna. Attorno alle 11.30 la vicesindaca Emily Clancy, presente al corteo, ha detto ai cronisti che alla manifestazione hanno aderito oltre 70mila persone. Solo lo spezzone della Cgil, secondo fonti del sindacato, conterebbe 20mila manifestanti. 

Il corteo è diviso in tre parti: la testa è organizzata dal sindacato Usb, la parte centrale dagli studenti che hanno aderito all’appello delle organizzazioni Osa e Cambiare Rotta, la coda è della Cgil. Secondo quanto riferisce la questura, il corteo dovrebbe seguire il seguente percorso: piazza Maggiore, via Marconi, piazza dei Martiri, via dei Mille, via Irnerio, San Donato, Mascarella, via Stalingrado. 

Alcuni manifestanti hanno detto che l’obiettivo finale del corteo è l’aeroporto Marconi, mentre altri dicono che la destinazione è la tangenziale di Bologna, come già accaduto lo scorso 22 settembre. L’obiettivo di almeno una parte del corteo sembra quello di bloccare i trasporti, in linea con lo slogan “blocchiamo tutto” adottato dopo il fermo della Flotilla.

Attorno alle ore 12 il corteo si è diretto in via Stalingrado e i diversi tronconi si sono riuniti all’altezza del ponte, anche se c’è ancora una lunga coda di corteo che ancora marcia in via Irnerio e sui viali. Nel frattempo la questura ha autorizzato il volo di ricognizione dell’elicottero sulla città.

Nessuna conseguenza per i dipendenti comunali

Intanto il Comune di Bologna ha fatto sapere che i propri dipendenti che aderiranno allo sciopero non subiranno alcuna conseguenza. La specifica è dovuta al fatto che la Commissione di garanzia ha dichiarato illegittimo lo sciopero di oggi, venerdì 3 ottobre. Anche il sindacato Usb ha specificato che eventuali sanzioni saranno a carico dell’organizzazione sindacale e non dei singoli lavoratori.

Come riferisce Michele Bulgarelli della Cgil dai microfoni di piazza Maggiore, allo sciopero hanno aderito anche i lavoratori detenuti all’interno del carcere della Dozza. “Per noi reclusi andare a lavorare è un momento di libertà dal contesto carcerario in cui viviamo – si legge nella lettera scritta dai detenuti -. Nonostante ciò, rinunciamo a un giorno di libertà e al nostro stipendio. Questa decisione è stata presa per manifestare tutta la nostra indignazione per il genocidio in atto e per supportare le persone della Flotilla, arrestate con l’unica colpa di essere ambasciatori di umanità”.

De Pascale: “Israele ha violato la legge”

In piazza è presente anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale. Il governatore ha condannato le violenze avvenute la sera di giovedì ma ha anche detto che quella di oggi è “una iniziativa per il rispetto della legge, perché Israele ha violato la legge. Quindi muoversi nel senso della legalità è essenziale, è proprio il perno che stiamo contestando” scrive la Dire. La Flotilla, continua de Pascale, “non stava facendo un’azione di disobbedienza civile, stava facendo una cosa perfettamente legale”. 

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