La maggioranza delle 30 fabbriche in Giappone non è più operativa da lunedì, dopo che l’attacco ha disattivato il sistema di ordinazione e consegna
Il Giappone nei prossimi giorni rischia di esaurire le scorte di una delle birre più popolari del paese, la Asahi Super Dry, perché l’azienda che la produce ha subito un attacco informatico che l’ha costretta a chiudere gran parte dei birrifici giapponesi. Asahi produce in media l’equivalente di 6,7 milioni di bottiglie grandi di birra al giorno in Giappone, secondo il Financial Times che ha esaminato i dati di vendita del 2024.
Fabbriche ferme e scaffali vuoti
Le attività in altre regioni del mondo, come l’Europa, dove Asahi vende la Peroni Nastro Azzurro, non sono state colpite dall’attacco informatico, mentre la maggioranza delle 30 fabbriche in Giappone è ferma da lunedì, dopo che l’attacco ha disattivato il sistema di ordinazione e consegna.
I rivenditori hanno già gli scaffali vuoti e non si sa quando le fabbriche potranno riprendere le normali attività. Nei prossimi giorni la birra Super Dry potrebbe esaurirsi anche nei pub izakaya, che servono birra alla spina e in bottiglia.
Attacchi sempre più frequenti
L’attacco subito da Asahi non è un caso isolato. Il Financial Times ricorda che all’inizio di questa settimana, il governo britannico ha erogato una linea di credito di emergenza di 2 miliardi di sterline a Jaguar Land Rover, dopo che la produzione era stata interrotta per un mese a causa di un attacco informatico. Secondo gli esperti del gruppo Nihon Cyber Defence (NCD) con sede a Tokyo, le aziende giapponesi stanno diventando sempre più spesso obiettivo di attacchi informatici.
3 ottobre 2025
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