Jannik rischia ancora, ma centra il successo n. 40 dell’anno

(Marco Calabresi) Un set dominato, un altro più equilibrato, in cui si è rischiato un altro epilogo al terzo come era successo nel turno precedente contro Terence Atmane. Jannik Sinner, però, contro l’ungherese Fabian Maroszan stavolta ha chiuso in due, 6-1 7-5, qualificandosi alla semifinale dell’Atp 500 di Pechino in programma domani (non prima delle 8 del mattino) contro l’australiano Alex De Minaur, che non voleva mai più trovarsi di fronte il numero 2 del mondo visto che ci ha perso 10 volte su 10. L’uscita dalla comfort zone procede spedita, anche se sempre con quella percentuale di rischio che fa parte del percorso di metamorfosi: Maroszan, dopo aver trovato l’unico break della sua partita sul 5-4 nel secondo set, si è trovato a servire per portare la partita al terzo ma si è improvvisamente bloccato, totalizzando un solo punto nei tre game successivi.

«Il primo set è cominciato bene, poi tutti e due abbiamo giocato bene nel secondo — le parole di Sinner —. Fabian è uno che può raggiungere un picco molto alto e lo sapevo: ha servito per il set, ha commesso qualche errore, lì è uscita la mia solidità psicologica. Ho cercato di lottare, ho fatto fatica a tenere il servizio trovandomi sotto 0-30 un paio di volte, ma sono contento di come ho lottato». 

Per Sinner, nonostante i tre mesi di sospensione, è già la vittoria numero 40 del 2025: «Ci alleniamo per finire alla grande quest’anno: la fiducia è molto importante nel nostro sport. Considerati i pochi tornei che ho giocato, questo per me è un numero importante. Oggi ho cercato di essere aggressivo da fondo e di andare a rete: era difficile cambiare perchè giocavamo velocissimi. Questi campi sono abbastanza unici, lenti, è difficile ottenere punti ma per me quella contro Alex sarà una grande sfida. Lui è migliorato tanto negli ultimi mesi. Ha giocato bene, oggi non ho visto tanto ma mi aspetto una partita difficile».

Quella contro l’ungherese Maroszan era iniziata invece benissimo, con un break già nel terzo game (gran rovescio per andare 0-30, super risposta per lo 0-40) e un altro nel quinto, tra aggressività da fondo campo, variazioni, risposte micidiali e un rovescio lungolinea ingiocabile. Nel quinto e nel settimo game del secondo set, Sinner si è trovato per due volte di fila sotto 0-30: se nel primo caso ha trovato nel diritto la soluzione per risalire, nel secondo si è dovuto inventare un lob millimetrico. Sul 4-3, a Jannik non sono bastate quattro palle break (bravissimo in questo caso l’ungherese ad aggrapparsi all’ultimo filo di speranza), poi la partita sarebbe potuta girare poco dopo con il break per Maroszan. Sul 5-4 e servizio, però, la pressione lo ha schiacciato.