“I motivi dello sciopero sono ormai abbastanza chiari il popolo italiano sta dicendo che non vuole essere complice del genocidio in corso in Palestina”.

Nuova giornata di mobilitazione e scioperi per la Palestina. Nella Capitale questa mattina sono partiti nove cortei, a cui se ne sono aggiunti altri spontanei. Si sono radunati tutti a piazza dei Cinquecento – rinominata “piazza Gaza” – per poi dirigersi verso il ministero dei Trasporti a Porta Pia. Sarebbero almeno 100mila le persone in piazza oggi, addirittura 300mila secondo Usb e Cgil.

“Siamo in piazza perché riteniamo sbagliato impegnare risorse verso il mercato bellico, verso le armi, verso il riarmo europeo – spiega Paolo Di Vetta, del movimento diritto all’abitare – Pensiamo che quei soldi devono andare nel rispetto al diritto alla casa, al diritto all’istruzione, al diritto alla salute”.

L’impegno della popolazione è scattato nel momento in cui i portuali di Genova hanno lanciato l’appello a bloccare tutto: “L’abbiamo fatto, appena la flottiglia è stata aggredita, abbiamo bloccato le strade, i porti, le stazioni – continua Di Vetta – Ed è merito sicuramente della resistenza del popolo palestinese, della Sumud Flottilla che ha acceso un riflettore enorme sulla vicenda, ma è merito anche dei romani che da giorni si stanno mobilitando a migliaia pensando che è necessario uscire di casa”.

Julien è un tour operator, ma oggi i turisti lo aspetteranno in vano, è in strada per la Palestina. Così come Beatrice, che ha lasciato una poltrona libera in tv: “Faccio l’aiuto regista. Ho mandato un messaggio al produttore e gli ho detto ‘Ciao, io oggi sciopero. Mi vuoi togliere la paga, non mi vuoi togliere la paga, fai come te pare’ ”. Anche il 22 settembre era per le strade di Roma, insieme ad altre 30 mila persone.

“Stiamo protestando contro un governo che è complice di genocidio ed è totalmente succube di dinamiche economiche”, spiegano i manifestanti.
Arianna è una libera professionista, non ha dovuto prendere un giorno da lavoro: “Sono qui per partecipare alla manifestazione come cittadina italiana senza essere parte di una sigla perché penso che sia fondamentale esserci, è una questione di umanità. Se il governo non prende posizione, lo facciamo noi cittadini”.

Elisa, invece, è una studentessa del liceo scientifico: “Oggi dovevo andare a scuola, ma mi assumo la responsabilità di prendermi l’assenza per stare qua perché ritengo che sia molto più importante manifestare noi siamo tutti qua per far sì che questa guerra finisca”.

Al fianco degli studenti ci sono anche i docenti: “Mi fa piacere vedere tanti tanti giovani finalmente in piazza. È importante far sentire che ci siamo – dice Rosa, docente di matematica – che abbiamo delle teste pensanti, abbiamo un cuore. I ragazzi ci stanno facendo da esempio, da modello. Siamo noi a inseguire loro”.

Vincenzo è venuto in piazza con la sua nipotina: “Io ho fatto il sessantotto – racconta – mia figlia vive a Genova anche lei ha portato i suoi figli”. Lucia sta disegnando uno dei suoi pupazzi preferiti con la bandiera della Palestina.

Luca è un tecnico di laboratorio, oggi in strada sventola la bandiera della pace: “Vorrei tornare a dormire serenamente – spiega – non come in questi ultimi giorni. Non so come come si faccia a dormire serenamente con la coscienza a posto, ignorando tutto quello che succede. Io purtroppo non ci riesco”.

Da piazza Cinquecento la manifestazione si è diretta verso piazza di Porta Pia: “Andiamo verso il ministero del ministro Salvini – hanno detto dai megafoni gli organizzatori – Salvini stiamo arrivando, blocchiamo tutto”. Cori contro il ministro e uova contro la sede del ministero, poi il corteo è proseguito verso la tangenziale.