Roma – Provocazioni sui cieli europei. Dopo la Danimarca droni non identificati sorvolano basi militari e aeroporti in Belgio e Germania. E poi attacchi massicci in Ucraina, l’Onu che lancia l’allarme per una possibile escalation. Non manca davvero niente per definire la situazione incandescente. E, stando alle parole del presidente russo, Vladimir Putin, potrebbe peggiorare rapidamente se davvero gli Stati Uniti decidessero di fornire a Kiev i missili a lungo raggio Tomahawk.
L’aeroporto di Monaco è stato chiuso dopo l’avvistamento di grossi droni (Ansa)
Allarme nei cieli europei
Ormai le provocazioni di Mosca stanno diventando una costante. Nella notte fra giovedì e venerdì, una quindicina di droni è stata avvistata sui cieli del Belgio, per la precisione sopra l’area militare di Elsenborn, che copre una superficie di 28 chilometri quadrati ed è un campo di addestramento dell’esercito con una zona di sicurezza dove si svolgono esercitazioni di tiro e vengono testati anche i droni.
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Le reazioni dei leader
Le reazioni non si sono fatte attendere. Dalla Commissione Europea per la Difesa hanno dichiarato che il sorvolo in Belgio “è l’ennesima dimostrazione che l’intera Ue è a rischio”. Problemi anche in Germania, dove l’aeroporto di Monaco, il più importante del Paese, è stato chiuso per diverse ore a causa di un allarme secondo il quale 5 o 6 velivoli senza pilota sorvolavano la zona dello scalo. In precedenza – scrive il quotidiano Bild – erano stati avvistati anche mentre sorvolavano un centro di innovazione della Bundeswehr, l’esercito tedesco.
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Secondo il ministro dell’Interno di Berlino, Alexander Dobrindt “la corsa tra la minaccia dei droni e la difesa dai droni sta diventando sempre più difficile”, invocando maggiori fondi per la ricerca. Riecheggiano in modo sinistro le parole del presidente polacco Donald Tusk che nei giorni scorsi aveva parlato di una guerra già in corso, anche se “ibrida”.
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Le mosse dell’Ue
L’Unione Europea continua a mantenere la pressione su Mosca. Ieri il Consiglio della Ue ha deciso di prorogare di un anno, fino al 9 ottobre 2026, le misure restrittive individuali contro i responsabili delle azioni destabilizzanti della Russia all’estero, con un particolare focus sulle attività di guerra ibrida.
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Sull’elenco dei sanzionati ci sono 47 persone fisiche e 15 entità. I soggetti presenti nell’elenco sono sottoposti al congelamento dei beni, e ai cittadini e alle imprese dell’Ue è vietato mettere a loro disposizione fondi, attività finanziarie o risorse economiche. “C’è una minaccia esterna ma non dobbiamo essere naif – ha spiegato il presidente francese – Emmanuel Macron -. Noi percepiamo che ci sono i segni di una erosione della democrazia. Dobbiamo difenderla dalle influenze che vengono da fuori”.
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Ucraina sotto attacco
Le operazioni sul campo, intanto, continuano. Nella notte fra giovedì e venerdì, la Russia ha lanciato il più grave attacco alle infrastrutture di produzione di gas più grave dall’inizio della guerra. Oltre 30 missili, inclusi missili balistici si è riversata sulle regioni di Poltava e Kharkiv.
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L’amministratore delegato di Naftogaz, la principale società energetica ucraina, ha dichiarato che il raid ha danneggiato un numero significativo di strutture. Questo significa che per gli ucraini il prossimo inverno, il quarto dall’inizio della guerra, sarà ancora più duro. L’Onu lancia l’allarme: il conflitto rischia un’escalation della quale farebbe le spese soprattutto la popolazione civile. Nel 2024 il numero di vittime innocenti è aumentato del 40 per cento.
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