di
Giorgio Terruzzi
L’ex pilota spagnolo, oggi commentatore e imprenditore, torna sui famosi fatti da cui è nata la rivalità fra i due nove volte campioni del mondo: «Ho beneficiato di quella guerra. Un rivale per Marc? Dico Acosta»
«Quando guardo la MotoGp sono colpito dall’aerodinamica, dagli abbassatori. Mezzi velocissimi, forse troppo, che permettono di frenare tardi, di viaggiare in curva a velocità enormi. Lo show è comunque eccellente, mi piacciono le gare sprint, l’alto livello della competizione».
Jorge Lorenzo ha 38 anni, nato a Palma di Maiorca il 4 maggio 1987. Telecronista per Dazn Spagna, autore di podcast a tema motoristico, manager di sé stesso. Si è ritirato dall’agonismo nel 2019, dopo aver vinto 5 titoli Mondiali combattendo con e contro Valentino e Marquez in un’epoca dorata del motociclismo.
Si aspettava questo ritorno al vertice di Marc?
«Sì, l’ho sofferto come rivale e ho capito subito di aver di fronte un fenomeno. Quando un pilota è campione al debutto nella MotoGp significa che ha un talento particolare. Penso che dopo l’incidente al braccio del 2020 non sia più tornato ad una efficienza piena, sono certo che non sia al 100% fisicamente, ma anche così resta il migliore».
Forte al punto di non avere avversari?
«Sembra lontano dagli altri piloti, un po’ a causa della Ducati, un po’ per meriti suoi. Quando il miglior pilota guida il miglior mezzo è così, è successo con Doohan alla Honda, con Schumacher alla Ferrari».
Bagnaia: una lunga sofferenza e poi il ritorno alla vittoria a giochi fatti. Che idea si è fatto sul 2025 di Pecco?
«Ci sono piloti che hanno bisogno di buone sensazioni per rendere al meglio. Io ero così e credo sia lo stesso per Bagnaia, a differenza di gente come Stoner o Marquez che spingono sempre e comunque. Quando non ti senti a tuo agio è un problema e capisco cosa può aver provato Pecco. Poi, basta una componente cambiata, tra le tante che compongono una moto, per ritrovare fiducia nell’anteriore. Se non accade niente del genere perdi un decimo, due decimi al giro e da primo ti ritrovi terzo, quinto…».
Rossi e Marquez: in cosa si somigliano e in cosa sono diversi?
«Valentino: un campione completo, molto intelligente. Entrambi pronti a tutto per vincere, con una differenza. Rossi, se capiva che non avrebbe avuto possibilità di farcela, chiudeva secondo o terzo mentre Marquez tira a vincere comunque, a costo di rischiare di farsi male».
La riporto a quel memorabile finale di stagione 2015 che ha segnato tra i due una frattura profonda. È insanabile?
«Insanabile se manca la volontà di entrambi di chiudere la polemica. Dipende da loro».
Cosa ricorda di ciò che accadde allora?
«Fu un finale felice per me, penso che vinsi perché ero stato il migliore durante l’anno per numero di vittorie, di pole. Tra Valentino e Marc il problema nacque in Argentina quando in una collisione Marquez cadde. Il loro rapporto cambiò. Forse Valentino avrebbe potuto eliminare la tensione subito dopo la gara, con un semplice gesto diplomatico. Non accadde e lo stesso Marquez disse che a causa di quella collisione non avrebbe aiutato Rossi a vincere il Mondiale. Ho beneficiato di quella guerra».
Ebbe l’impressione che Marquez lo aiutò nell’ultima gara a Valencia?
«Più che aiutare me credo che abbia deciso di non agevolare Rossi. Ma serve essere obiettivi: molti piloti italiani, da Petrucci a Dovizioso a Iannone, diedero una mano a Valentino, lasciandolo passare facilmente, anche se questo aspetto non viene ricordato. Si dice sempre che Marquez non volle vincere quella corsa ma gli elementi in gioco erano molti. Per esempio credo che la manovra di Valentino in Malesia, quando spinse fuori pista Marc, in condizioni normali avrebbe comportato una bandiera nera, una squalifica. Non voglio fare polemiche. Sto dicendo che se vogliamo appianare la cosa è necessario considerare ogni punto di vista».
Giovani talenti. Chi pensa possa insidiare Marquez in un futuro prossimo?
«Dico Pedro Acosta se valuto età e talento».
Pensando alla sua storia agonistica, trova qualche rimpianto?
«No perché il passato non lo si può cambiare. Però avrei potuto continuare con Ducati e vincere almeno un altro Mondiale, grazie anche all’infortunio che avrebbe fermato Marquez. Ma questa è una mia convinzione. Magari sbaglio».
3 ottobre 2025 ( modifica il 3 ottobre 2025 | 18:36)
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