La casa sarà uno dei capitoli principali della prossima manovra di bilancio. Il documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) ha confermato l’impegno sulle politiche abitative per permettere di trovare casa a prezzi accessibili. Allo stesso tempo il prossimo anno vedrà ancora l’Agenzia delle Entrate alla prese con la caccia alle case fantasma e ai furbetti del Superbonus, quei contribuenti che pur avendo usufruito dell’agevolazione al 110% e degli altri bonus edilizi non hanno aggiornato i dati sulle rendite catastali. In totale, spiega il Dpfp approvato giovedì scorso in Consiglio dei ministri, sono state inviate ai proprietari lettere per chiedere chiarimenti su 3.000 immobili iscritti al catasto, ma privi di rendita. Per adesso sono stati completati i controlli preliminari su circa il 60%. Ma il totale delle lettere dovrebbe raggiungere nei prossimi anni quota 10mila.
Si tratta di una delle previsioni della scorsa manovra di bilancio, ultimo tassello della stretta all’uso delle agevolazioni, su tutte il Superbonus 110%, i cui costi erano andati fuori controllo. La volontà è quella di adeguare i valori catastali delle case e dei palazzi ristrutturati con i soldi pubblici evitando quindi fenomeni di evasione. I controlli sui beneficiari del 110% si sommano alla nuova mappatura degli edifici per passare al setaccio le case fantasma. Finora è stata svolta una prima ricognizione, incrociando i dati in mano al Catasto con le immagini a disposizione dell’Agea, mappando in questo modo circa il 65% di tutta la penisola. Nel frattempo anche i Comuni hanno intensificato le segnalazioni, in particolare nelle Isole e al Nord. Il 2026 sarà anche l’anno nel quale dovrebbe iniziare a prendere forma al piano, annunciato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, per dare «case a prezzo calmierato» alle giovani coppie.
GLI INVESTIMENTI
Con la scorsa manovra sono stati già messi a disposizioni 560 per il periodo 2028-2030. Il prossimo passo sarà fare affidamento sui fondi di Coesione, sia nazionali sia regionali. La proposta è stata illustrata nei giorni scorsi alle parti sociali durante la Cabina di regione sulla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Piano avrà tre direttrici: l’aumento degli alloggi popolari, una corsia preferenziale per le giovani coppie che cercano casa; un serie di provvedimenti per tutelare le parti coinvolte nell’affitto o nell’acquisto di una casa. Il progetto, che vuole rafforzare forme di partenariato pubblico-privato, andrà di pari passo anche con i contenuti del Piano sociale per il clima che prevede interventi di «adeguamento energetico» sugli immobili residenziali pubblici e aiuti per le famiglie vulnerabili. Una delle vie cui si sta lavorando è di mantenere anche nel 2026 l’ecobonus al 50%, rinviando la stretta che altrimenti lo porterebbe il prossimo anno al 36% e quello successivo al 30%.
Per il presidente di presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, l’impegno sull’edilizia è «oppurtuno e necessario». L’auspicio è «che venga integrato con misure che puntino ad ampliare l’offerta abitativa della proprietà immobiliare diffusa, al contempo favorendo una riduzione del costo della casa per le famiglie. Da parte nostra, alla Presidente del Consiglio ne abbiamo indicate due: l’abbattimento dell’Imu per gli immobili locati a canone concordato e l’estensione a tutta Italia della speciale aliquota della cedolare secca applicabile in caso di utilizzo degli stessi contratti».
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