Martino era così impaziente di vedere cosa ci fosse là fuori, che non ha voluto aspettare ancora e ha deciso di venire alla luce in anticipo, in auto. Martino è il figlio di Noemi Carà e Luca Colangelo, di Prato Sesia. Mamma Noemi, nel corso della gravidanza è stata seguita da un’ostetrica di Gattinara, Eleonora Picco, e quando l’altra mattina ha avvertito le prime contrazioni il marito ha chiamato subito la professionista sanitaria che l’ha seguita in questi mesi.
La corsa verso l’ospedale
Papà Luca ha messo in pratica tutte le indicazioni dell’ostetrica: ha preso immediatamente l’auto e si è diretto all’ospedale di Borgomanero, seguito dall’auto della dottoressa. «Le contrazioni nel frattempo si sono intensificate – racconta Colangelo – e quando siamo arrivati all’ingresso di Borgomanero, Noemi mi ha chiesto di fermarmi ed accostare l’auto perché stava per partorire. Lì è iniziata la fase cruciale di questa bellissima vicenda».
Nato in 3 minuti
È stata chiamata subito l’ambulanza, ma Martino aveva troppa voglia di bruciare le tappe e in tre minuti e 17 secondi, cronometrati dal papà, è nato in auto, con l’assistenza costante dell’ostetrica: «Eleonora è stata il nostro punto di riferimento, ha guidato e sostenuto Noemi in ogni momento ed ha fatto in modo che tutto andasse alla perfezione, senza problemi ed anche con un aiuto psicologico esemplare».
L’arrivo dell’ambulanza “a cose fatte”
L’ambulanza è arrivata subito dopo ed ha trasportato mamma e piccolo al reparto di Maternità dell’ospedale di Borgomanero. I due hanno superato a meraviglia il momento complicato e stanno benissimo: Martino pesa 2 chili ed 800 grammi ed è in perfetta salute, così come mamma. Papà Luca ne approfitta per ringraziare sia la dottoressa Picco che lo staff dell’ospedale di Borgomanero. «Sono stati perfetti, hanno messo Noemi a suo agio e anche lei ha trovato assolutamente normale un parto davvero unico, avvenuto in condizioni speciali. Abbiamo avuto la fortuna di essere stati circondati da competenza, professionalità e amore, al punto che saremmo pronti a ripetere un’esperienza di questo genere».