«Non mostreremo abiti a fiori rosa in passerella se nel mondo lanciano bombe» dichiara Miguel Adrover al New York Times nel 2004. Una presa di posizione antimilitaristica, anticapitalista, senza mezzi termini, diventata manifesto del suo lavoro da sempre politicamente schierato e socialmente attivo. Oggi, a distanza di oltre vent’anni, il designer originario di Maiorca resta «fedele alla linea». Nel bel mezzo di un conflitto mondiale, denunciare il genocidio in corso a Gaza è un requisito necessario per poter indossare i suoi capi. Anche (e soprattutto) se sei Rosalía.
Rosalía al Met Gala 2025.
Savion Washington/Getty Images
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Recentemente il team styling della cantante spagnola, infatti, ha contattato il designer per commissionargli un look custom made richiesto nel mese d’ottobre, probabilmente legato al suo tanto atteso ritorno musicale. Dal momento che Rosalía, come moltissime altre celebrità, ha preferito non esprimersi sulla guerra Israele-Palestina, la risposta di Adrover è stata chiara: «Miguel non lavora con nessun artista che non sostenga pubblicamente la Palestina».
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A condividere con il resto del mondo questo scambio di e-mail è stato proprio il designer in persona, pubblicando un post sul suo profilo Instagram indirizzato direttamente alla cantante. «Il silenzio è complicità, e lo è ancora di più quando hai un grande altoparlante dove milioni di persone ti ascoltano quando canti. Ecco perché hai la responsabilità di usare questo potere per denunciare questo genocidio». Niente di personale, sottolinea Adrover nell’ammirare, anzi, il suo talento. Ma «Ora dobbiamo fare ‘la cosa giusta’».