Sono 7.120 le firme di cittadini che accompagnano il disegno di legge provinciale d’iniziativa popolare sul tema del suicidio medicalmente assistito. Le ha consegnate venerdì’ 3 ottobre nelle mani del presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini, il comitato promotore di quest’iniziativa: Fabio Valcanover, Damiano Trenti e Giovanna Ceol del Comitato trentino Liberi subito dell’Associazione Luca Coscioni.

L’Entro 15 giorni tutte quelle presentate saranno verificate, poi il testo sarà assegnato alla IV Commissione permanente (presidente Maria Bosin) per l’esame – che deve essere avviato entro 45 giorni dal ricevimento – e l’espressione del parere. Potrà seguire un approdo all’aula consiliare.

L’obiettivo della proposta legislativa è far approvare dall’assemblea legislativa trentina una normativa che disciplini le modalità organizzative – requisiti, ruoli, procedure, tempi – per l’attuazione di quanto disposto dalle sentenze della Corte Costituzionale numero 242 del 25 settembre 2019 e numero 135 del 1 luglio 2024. L’articolato per cui si raccolgono le firme riprende sostanzialmente i contenuti della legge della Regione Toscana e di altre iniziative legislative regionali in materia.

Le citate sentenze della Consulta escludono responsabilità penali connesse appunto al suicidio medicalmente assistito, aprendo a una introduzione di questa fattispecie nel nostro ordinamento. Il progetto di legge trentino prefigura l’istituzione di una commissione multidisciplinare, la previsione di domande di accesso al suicidio medicalmente assistito da presentare all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, la fornitura gratuita da parte della stessa Apss di farmaci e assistenza sanitaria necessari per l’autosomministrazione del farmaco, che la persona può sempre decidere in qualsiasi momento di sospendere o annullare. Si prevedono infine “controlli e verifiche per evitare abusi e assicurare che il trattamento avvenga nel pieno rispetto della persona e dei suoi diritti”.