Roberto Capello non si ferma più. Il corridore della Grenke-Auto Eder ha conquistato la scorsa domenica anche la Medzinarodne dni Cyklistiky, prova di Nations Cup su tre tappe, la sua quarta vittoria in poco più di un mese. Ormai non è un caso, il diciassettenne è diventato un riferimento assoluto fra gli juniores.

Dino Salvoldi, il cittì azzurro non era in terra slovacca seguire la trasferta della nazionale, impegnato com’era nei contemporanei europei juniores e U23 su pista in Portogallo e aveva affidato la guida della squadra a Dino Fusar Poli che, al di là del successo gli ha dato importanti indicazioni sulla tre giorni e soprattutto sul comportamento del nuovo gioiello del ciclismo giovanile.

Il podio finale della prova slovacca, vinta dall’azzurro con 7″ sul ceko Patras (foto Sona Nikova)

Il podio finale della prova slovacca, vinta dall’azzurro con 7″ sul ceko Patras (foto Sona Nikova)

L’influsso del team tedesco

E’ chiaro a questo punto che il Capello di oggi è ben diverso da quello di un anno fa e al di là dell’anno di maturazione in più, molto ha influito l’ingresso nella multinazionale filiera della Red Bull Bora Hansgrohe. Anche Salvoldi ne è ben cosciente.

«Bisogna fare alcune considerazioni di base. Da un punto di vista dei volumi dell’allenamento non è cambiato molto per lui perché già l’anno scorso era un ragazzo abituato ad allenarsi con continuità e con carichi importanti. Anzi, da quel punto di vista forse fa anche meno. Quello che evidentemente è cambiata è la qualità della squadra e dei compagni e il calendario. E’ passato da fare una stagione tipo campionato di calcio, correndo con frequenza settimanale a correre praticamente solo gare a tappe, ma con una frequenza molto controllata. Finora ha solo 18 giorni di gara nelle gambe…».

L’arrivo di Capello al Trofeo Dorigo, dominato dal team tedesco con 5 atleti ai primi 5 posti (Photors)

L’arrivo di Capello al Trofeo Dorigo, dominato dal team tedesco con 5 atleti ai primi 5 posti (Photors)

Il team influisce solo su questo?

E’ già un aspetto importante. Poi, essendo entrato in una squadra prestigiosa con compagni di livello, sono aumentate anche le possibilità di fare risultato ma sono cambiati anche i materiali che sono diventati davvero di primissima qualità, a livello dei professionisti.

Pensi che sia scattato qualcosa anche mentalmente? Il team sta investendo molto su di lui anche come responsabilità, facendone spesso il leader del gruppo, quasi vogliano costruire un leader e non solo un corridore per il futuro team professionistico…

Quello sicuramente è stato un altro step, creare una mentalità più vincente che l’anno scorso non aveva. Lui comunque sta imparando e spesso si mette al servizio dei compagni di squadra, anche quando la corsa è particolarmente dura. Lui per le sue qualità, le sue caratteristiche, spesso è davanti e tante volte ha visto vincere i suoi compagni. A differenza dell’anno scorso, quest’anno è diventato vincente anche lui. Io più che le vittorie apprezzo la sua costanza di essere sempre tra i migliori, in qualsiasi contesto. Ha cambiato dimensione da quel punto di vista sicuramente.

Moller Andersen e Schoonvelde, doppietta al Trofeo General Patton in Lussemburgo grazie anche all’azzurro, 3° (foto team)

Moller Andersen e Schoonvelde, doppietta al Trofeo General Patton in Lussemburgo grazie anche all’azzurro, 3°(foto team)

Viene naturale fare un paragone con Finn, anche per il fatto dell’appartenenza alla squadra tedesca. Quali sono i punti in comune fra i due e le differenze?

Sono entrambi molto bravi in salita e anche a cronometro, il che ne fa ottimi prospetti per le corse a tappe. Roberto, a differenza di Lorenzo, si esprime su frequenze di pedalata più basse, di conseguenza è un po’ meno esplosivo, meno veloce. E quindi tende a fare la differenza più sulla costanza del mantenere un ritmo elevato, invece Lorenzo ha più facilità di variazione di velocità, questa è la differenza sostanziale.

Per Capello vittoria anche al campionato italiano a cronometro, un segnale importante per il futuro

Per Capello vittoria anche al campionato italiano a cronometro, un segnale importante per il futuro

Stai pensando a come impiegarlo per le prove titolate?

I mondiali in Rwanda sappiamo che avranno un dislivello importante, forse troppo accentuato per le sue caratteristiche anche se bisogna prima vederlo di persona per capire come impostare la squadra. D’altro canto c’è da dire che Capello su una distanza importante com’è quella di un mondiale è fra i migliori al mondo in questo momento. Vedremo insieme agli altri due ragazzi che lo affiancheranno come impostare la corsa, posso dire però che già lo vedo come titolare anche perché farà anche la cronometro. Diverso il discorso per l’europeo, che mi sembra maggiormente nelle sue corde, valutando solo il profilo altimetrico e la tipologia della salite.

Finn è un corridore prettamente stradista. Capello secondo te potrebbe avere anche giovamento dal fare attività, magari anche solo di allenamento, su pista?

Come mezzo di allenamento, pensando alla cronometro o a migliorare quelle lacune che ha soprattutto in riferimento alla forza, qualche allenamento potrebbe essergli utile, però non ha le caratteristiche per gareggiare su pista, quello no.