Roma, 4 ottobre 2025 – I difetti visivi sono, numericamente, il più grande problema sanitario al mondo: ne soffrono, secondo l’OMS, più di 2mld di persone al mondo e oltre 3mln di italiani sono a rischio crescente di Glaucoma, Degenerazione Maculare e Retinopatia diabetica, soprattutto a causa dell’invecchiamento. A sua volta, quello di cataratta rimane l’intervento chirurgico in assoluto più prescritto e praticato.
Preceduta quest’anno da una conferenza stampa al Ministero della Salute il 2 ottobre, organizzata da Fondazione IAPB Italia ETS – l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità alla presenza del ministro Orazio Schillaci, la Giornata Mondiale della Vista celebrata il 9 ottobre 2025 e che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, rappresenta da anni un’azione di advocacy e promozione per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della vista. In breve, il messaggio da far passare è: “Sottoponiti a visite oculistiche con regolarità perché ci sono malattie della vista che non hanno sintomi nelle fasi iniziali. E quando si manifestano appieno, è troppo tardi per recuperare la vista perduta”.
“È per questo che nella settimana in cui si celebra la Giornata Mondiale della Vista 2025, il 9 ottobre, sono circa 100 le città italiane in cui abbiamo organizzato, in collaborazione con le strutture territoriali dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI), attività per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione delle malattie degli occhi – ricorda il presidente di IAPB Italia ETS e di UICI, Mario Barbuto – controlli oculistici gratuiti, distribuiti opuscoli informativi, organizzati localmente incontri e conferenze divulgative”.
Ma come sta cambiando il SSN per mettere la prevenzione al centro dei suoi processi? Quali le iniziative già in essere, quali i cambiamenti pianificati? E che ruolo ha la prevenzione visiva all’interno di questa evoluzione? Alla presenza del Ministro della Salute, giovedì 2 ottobre hanno dato risposta a queste domande i vertici del Ministero e gli stakeholder della prevenzione visiva in Italia, moderati dalla giornalista Mediaset Alessandra Viero: Mario Barbuto – Presidente Fondazione Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia ETS e Presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti; Maria Rosaria Campitiello – Capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle Emergenze Sanitarie, Ministero della Salute; Giovanni Satta – Oculista e Senatore della Repubblica, componente della X Commissione Senato (Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale); Massimo Nicolò – Oculista e Assessore Sanità, Politiche sociosanitarie e sociali, Terzo settore Regione Liguria; Paolo Russo – Oculista e Componente Direzione Nazionale Fondazione IAPB Italia ETS.
“Oggi possiamo affermare che sta crescendo la consapevolezza che la prevenzione non è un costo ma un investimento che si traduce, in una Nazione longeva come la nostra, in benefici di salute, economici e sociali – ha aperto l’incontro del 2 ottobre, il ministro della Salute, Orazio Schillaci – Per questo oltre a rilanciare il ruolo della prevenzione, lavoriamo con il Mef per aumentare le risorse. Ma questo evento – ha proseguito il ministro – è anche l’occasione per ribadire la centralità di sinergie virtuose per il rilancio della prevenzione. Con questo spirito si è consolidata la collaborazione tra il Ministero della Salute e la IAPB Italia ETS: un modello che coniuga la spinta civica con la responsabilità istituzionale, componente strutturale delle politiche di sanità pubblica”.
A sua volta, il presidente IAPB Italia ETS e di Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – UICI, Mario Barbuto ha ribadito che “educare la popolazione a comprendere che la prevenzione è determinante per salvaguardare la propria vista, affinché mai nessuno possa perdere questo prezioso e fondamentale bene per cause evitabili, è la mission della nostra Fondazione. Al fianco delle istituzioni, dei medici e tra la gente lavoriamo quotidianamente, da quasi cinquant’anni, per indurre un significativo cambio culturale a tutti livelli, affinché la salute non si identifichi solo con la cura, ma inizi con la prevenzione e termini con la riabilitazione visiva. Per raggiungere questo obiettivo è necessario un lavoro corale e un impegno sinergico di tutti gli attori, che necessità non solo di maggiori investimenti ma anche di nuovi modelli organizzativi”.
La vista non è tema centrale di politica sanitaria solo per i numeri. L’impatto delle malattie visive è altrettanto significativo a fronte di un progressivo processo di deospedalizzazione sul territorio. Dai numeri in crescita vertiginosa della miopia dipendono il rendimento scolastico e gli stili di vita delle nuove generazioni nonché il rendimento professionale da adulti e la libertà di scegliere la propria carriera. Dalla crescita delle malattie che causano ipovisione e cecità dipendono l’autonomia, il benessere e l’autosufficienza di una popolazione sempre più anziana. Per tutte le fasce di età i costi sociali e personali delle malattie visive sono alti. Molto più contenuti, sono, invece, i costi della prevenzione che potrebbe prevenirne la maggior parte.
“La prevenzione è il farmaco più efficace che abbiamo per vivere meglio e più a lungo. Non si tratta di teoria, ma di un vero e proprio investimento. Quando investiamo in prevenzione, infatti, alleggeriamo il carico degli ospedali e di tutto il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) – dichiara Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento Prevenzione, Ricerca ed Emergenze Sanitarie del Ministero della Salute – Il nostro SSN è ancora oggi un’eccellenza a livello internazionale, e proprio per questo abbiamo il dovere di difenderlo e rafforzarlo in tutte le sue componenti. Lo stiamo facendo anche grazie agli investimenti del PNRR, che sostengono progetti di ricerca finalizzati a sperimentare nuovi modelli organizzativi e innovativi nel campo della prevenzione anche visiva”.
Il SSN italiano è infatti impostato sull’erogazione delle cure. Negli ultimi 40 anni, però, i progressi della scienza e della tecnologia hanno moltiplicato gli strumenti a disposizione e l’efficacia delle strategie di prevenzione, in particolare per l’oculistica – il più grande ambìto al mondo per numero di prestazioni mediche. Si tratta di un’opportunità ancora in gran parte da cogliere e capace di alleggerire il peso sulle risorse della sanità. L’oculistica è ben posizionata per cogliere questa innovazione: è la disciplina medica nella quale l’investimento in prevenzione ha il miglior rapporto costo-beneficio. La maggior parte sia dei difetti visivi che delle malattie che causano cecità possono essere corretti, curati o arginati se diagnosticati in tempo.
“È vero che dobbiamo imparare a comunicare le principali patologie oculistiche ai cittadini. Ma dobbiamo soprattutto imparare a comunicare, in ambito di prevenzione e screening, che se è vero che quando si ha la vista annebbiata è bene farsi visitare, è altrettanto importante che pur a fronte di una vista meravigliosa non è sicuro che l’occhio non possa avere dei problemi – sottolinea Massimo Nicolò, oculista e Assessore Sanità, Politiche sociosanitarie e sociali, Terzo settore Regione Liguria – Possono esserci dei sintomi ancora non manifesti clinicamente e che sarebbe necessario controllare, come nel caso del glaucoma, oppure avere segni di maculopatie e non sapere di averli. In breve, dovremmo passare da una modalità di screening di tipo reattivo, indifferenziato, ad una modalità di screening di tipo opportunista dove, Regione per Regione, all’interno per esempio dell’universo dei pazienti diabetici si vanno a selezionare i soli pazienti con diabete da oltre 15 anni, per i quali risulta non abbiano mai fatto una visita oculistica e li si invita con una lettera a recarsi in un centro dove sottoporsi a visita oculistica. Questo passaggio rappresenterebbe la vera svolta della prevenzione e degli screening, con risparmio per il SSN e superiore efficacia di controlli per il cittadino”.
Infine, conclude il senatore Giovanni Satta, anch’egli medico oculista e componente della X Commissione Senato (Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale) “le malattie che minacciano la vista comportano costi sociali e personali altissimi, sia diretti, sia indiretti. A fronte di questo, gli investimenti che sarebbero necessari per la prevenzione di cecità e ipovisione sono relativamente circoscritti, soprattutto se paragonati ai risparmi che sono in grado di garantire. La Giornata Mondiale della Vista promossa nel nostro Paese dalla Fondazione IAPB Italia, mette in luce la grande collaborazione tra Parlamento, Ministero della Salute, medici oculisti e società civile, finalizzata a creare una cultura autentica della prevenzione visiva, capace di salvare la vista soprattutto delle fasce di popolazione più vulnerabili”.