Castelsardo Più di mille persone hanno atteso, sulla rocca di Castelsardo battuta dal vento, la salma di Cinzia Pinna, la 33enne uccisa nella notte fra l’11 e il 12 settembre nella tenuta di Emanuele Ragnedda, l’imprenditore vinicolo che dopo due settimane ha confessato ai carabinieri di averle sparato. Tanti gli amici di Cinzia, chiusi in un silenzio che sa di dolore: «Sono state dette troppe cose su di lei, ora lasciamola riposare» dicono due ragazze.
La bara, arrivata dall’ospedale di Sassari, ha percorso gli ultimi metri fra le strade del centro storico portata a spalla. Poi, l’ingresso nella cattedrale medievale di Sant’Antonio, abbarbicata sulla rocca e battuta dal vento, che allontanava i rintocchi delle campane.