Sono circa cinquantamila gli italiani, e gli stranieri che vivono in Italia, che si sottopongono alla dialisi. Con un costo medio di 50.000 euro all’anno per paziente. In Italia la malattia renale cronica, spesso anticamera della dialisi, colpisce purtroppo tra l’8 e il 10% della popolazione adulta. Sono le stime più recenti di un fenomeno in crescita che comporta ormai una spesa complessiva di circa 2,5 miliardi di euro annui, pari al 2% della spesa sanitaria pubblica complessiva. Una spesa molto importante e rilevante che serve naturalmente a salvare vite umane, ma che deve essere valorizzata eliminando ogni possibile spreco.
Domenica 5 ottobre, come ogni anno, ci pensa Aned, l’Associazione nazionale emodializzati, dialisi e trapianto, a informare e sensibilizzare su questo decisivo fronte della malattia nella Giornata nazionale del dializzato. La dialisi è una procedura terapeutica molto impattante sulla vita del nefropatico che, dopo aver sofferto per anni di insufficienza renale, si vede costretto a ricorrere alla depurazione artificiale del proprio sangue attraverso le modalità offerte dalla scienza medica: emodialisi o dialisi peritoneale. Mentre quest’ultima è di fatto domiciliare, l’emodialisi può anch’essa esserlo ma in moltissimi casi avviene nei centri dialisi degli ospedali, in distaccamenti o in centri dialisi convenzionati con il Servizio sanitario nazionale.
Un privilegio italiano (e perlopiù europeo) di cui possono in moltissimi casi usufruire i tanti stranieri emigrati, anche se non ancora cittadini italiani. Una meravigliosa forma di assistenza sanitaria garantita dal nostro Sistema, così altamente democratico e solidaristico secondo lo spirito della Costituzione. Naturalmente diventa ancor più fondamentale, in un contesto così emergenziale, informare la popolazione su come mettere in atto tutti i più idonei comportamenti.
La medicina di prevenzione, da una parte, e la gestione conservativa della malattia, dall’altra, possono infatti portare benefici significativi sia a livello economico sia ancor prima a livello fisico. Uno studio condotto da Francesco Mennini, professore universitario di Economia Politica ed Economia Sanitaria, e pubblicato sul Journal of Renal Nutrition, ha dimostrato che l’adozione di una dieta ipoproteica da parte, per esempio, di un ulteriore 40% dei pazienti consentirebbe risparmi fino a 33 milioni di euro in 2 anni e 420 milioni in 10 anni. La terapia nutrizionale conservativa, oltre a generare un impatto economico positivo, può ritardare l’ingresso in dialisi e migliorare sensibilmente la qualità della vita. Tuttavia, l’80% dei pazienti non è mai stato adeguatamente informato riguardo a questa possibilità. Ancor meno informata sul rischio d’insorgenza di una possibile malattia renale è poi la popolazione cosiddetta sana.
Così domenica 5 ottobre Aned rinnova il suo impegno e la sua presenza nella generalità delle strutture di dialisi in Italia – Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna – dove incontrerà oltre 8.000 pazienti e le loro famiglie. La 34esima edizione della Giornata del dializzato è, come ogni anno, un’occasione per sensibilizzare e riflettere sui temi centrali della salute dei reni, della prevenzione, delle malattie nefrologiche e della dialisi. Oltre che un momento per mettere a fuoco le principali sfide che vivono i pazienti.
Tra le priorità spiccano il potenziamento delle reti cliniche nefrologiche per accrescere la presa in carico, la grave carenza del personale sanitario, il rafforzamento delle attività di prevenzione e il pieno coinvolgimento di tutte le figure professionali che accompagnano il paziente. In particolare, psicologi e nutrizionisti svolgono un ruolo essenziale per garantire una presa in carico completa e realmente personalizzata.
“Garantire ai pazienti il miglior percorso di cura è oggi una sfida ancora aperta – dice il presidente Aned, Giuseppe Vanacore -. Non esistono soluzioni semplici o immediate e le risorse limitate impongono scelte mirate, altrimenti restano un ostacolo concreto e penalizzante”. Per questo motivo verrà diffuso ai pazienti e ai familiari, proprio a partire dalla Giornata del 5 ottobre, un questionario con l’obiettivo di raccogliere una fotografia chiara delle esigenze, delle criticità, ma anche delle buone pratiche segnalate. “Invitiamo i pazienti, le loro famiglie, e tutti coloro che sono parte attiva della rete Aned, a un gesto di partecipazione attiva compilando il questionario – esorta Vanacore -. Grazie a queste preziose testimonianze e ascoltando la voce di chi la malattia la vive quotidianamente, potremo contribuire a migliorare la qualità di vita dei pazienti, delineando un modello ideale ed efficiente di centro dialisi da sottoporre alle istituzioni”.