Salvatore Ocone è un agricoltore di 58 anni che pochi giorni fa, a Paupisi in provincia di Benevento, ha tentato di sterminare la sua famiglia, uccidendo di fatto il figlio quindicenne Cosimo e la moglie Elisa Polcino di 49 anni. Salva per miracolo la figlia sedicenne Antonia, ora in coma farmacologico, aggredita con le stesse modalità degli altri due, colpiti tutti con una pietra.

E se da quel martedì ci sono solo lacrime e incredulità per i familiari, non sono poche le domande di chi lo conosceva e non riteneva possibile un fatto simile, ma anche di chi, non conoscendolo, si interroga sulla malattia che è stata diagnosticata a Ocone, una psicosi cronica.

Ne abbiamo parlato con lo psichiatra Paolo Girardi, professore ordinario e direttore della scuola di Specializzazione di Psichiatria presso l’università La Sapienza di Roma e direttore del reparto di Psichiatria dell’ospedale Sant’Andrea della capitale.

Professore, di cosa parliamo quando parliamo di psicosi cronica?
«Psicosi significa malattia mentale seria o grave. Cronica vuol dire che dura nel tempo, molto a lungo o per sempre; il termine cronico ha dunque a che fare con la lunghezza della malattia. Tuttavia, parlare di “psicosi cronica” è riduttivo perché troppo generico; diciamo che non è una definizione specifica perché manca un aggettivo che ne definisce la tipologia. Per esempio, potrebbe trattarsi di psicosi delirante cronica».

E di che cosa si tratta?
«Si tratta di una malattia in cui la mente è fortemente alterata: sia il senso di realtà esterna, in quanto vengono attribuiti significati letteralmente assurdi alle cose, sia la realtà interna perché c’è un disordine nel pensiero, nella volontà, nello stato d’animo e negli affetti. La psicosi cronica, se è delirante, è caratterizzata da un delirio, cioè da un giudizio di realtà assurdo e alterato. L’alterazione può essere di tipo persecutorio e può avere diversi contenuti: le persone vengono viste come trasformate o invase da spiriti maligni, può esserci il delirio di gelosia e quando c’è un’alterazione grave del senso di realtà, uno stimolo qualsiasi può essere interpretato in maniera assurda. Sono quelle che una volta chiamavamo paranoie o parafrenie».

Si può curare?
«Sono disturbi che richiedono cure costanti, essendo cronici. Sempre che la persona le faccia le cure e che siano idonee. Certamente non vuol dire che una persona anche se è ben curata non possa fare atti del genere. Come è vero che anche una persona sana, cosiddetta “normale”, può arrivare a compierli. In realtà, sono la maggioranza dei casi, perché una cosa importante da dire è che questo tipo di evoluzione è molto rara in un paziente psichiatrico».