Prima Agnelli e Berlusconi, ora due grandi società accomunate dall’abilità negli affari. Ma con strade differenti nel calcio
Giornalista
5 ottobre – 00:08 – MILANO
Dimenticate l’Avvocato e il Cavaliere. Per decenni Juventus-Milan ha incarnato lo spirito industriale dell’Italia, con i volti riconoscibili e potentemente mediatici di Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi. Era un’altra Serie A, era un altro calcio. La famiglia Berlusconi ha alzato bandiera bianca, vendendo nel 2017 a un fantomatico cinese (Li Yonghong) che si fece prestare i soldi necessari da Elliott, salvo poi dileguarsi e mollare il club “a rischio bancarotta” (copyright di Giorgio Furlani) allo stesso fondo statunitense. La famiglia Agnelli è ancora lì, orgogliosamente la più longeva proprietaria di un club italiano (dal lontano 1923). Nel frattempo, tante cose sono cambiate: John Elkann, l’erede designato per la gestione degli affari, ha traghettato il gruppo sulle onde dell’alta finanza e della globalizzazione spostando la sede ad Amsterdam e diversificando il business. La fotografia attuale restituisce una realtà differente: da una parte Exor, dall’altra RedBird. Entità con struttura e caratteristiche diverse, ma più simili di quanto possa sembrare. Negli ultimi anni, Exor si è molto avvicinata al modus operandi tipico di una società di private equity, appunto alla RedBird.
qui exor—
La holding della famiglia Agnelli è quotata alla Borsa olandese ed è controllata al 55% dalla Giovanni Agnelli B.V., la società che tiene assieme tutti gli eredi del fondatore della Fiat. La gallina dalle uova d’oro rimane la Ferrari, fabbrica a Maranello, fiore all’occhiello del made in Italy, utile netto da 1,5 miliardi di euro nel 2024. Ma nel corso del tempo Exor ha variato notevolmente il suo portafoglio cedendo marchi storici (da Magneti Marelli a Iveco) e allargandosi a settori come sanità, lusso e tecnologia, coniugando “il suo approccio imprenditoriale con una solida disciplina finanziaria”. Le ultime cessioni, il collocamento di azioni Ferrari e i dividendi hanno alimentato la cassa con 4 miliardi che verranno spesi in nuove acquisizioni. Oggi le principali società in portafoglio, oltre a Ferrari, sono Stellantis, Philips, Cnh Industrial, Juventus, The Economist e Gedi. Il valore netto di tutti gli attivi è di 36 miliardi di euro
qui redbird—
La società di investimento privata, fondata nel 2014 da Gerry Cardinale, opera per conto di un gruppo globale di investitori istituzionali e family office. Il patrimonio gestito è di 12 miliardi di dollari; le 50 società di cui RedBird detiene il controllo o partecipazioni aggregano un enterprise value di oltre 60 miliardi di dollari. A differenza di Exor, il fondo statunitense si concentra principalmente sui settori dello sport, dell’intrattenimento e dei media. Anche perché Cardinale aveva seguito per un ventennio gli investimenti di Goldman Sachs in quelle aree. L’operazione principale è quella completata in estate che ha portato alla creazione di un colosso dei media: la fusione tra Paramount e Skydance dal valore di 8,4 miliardi di dollari, di cui 2 da parte di RedBird. In portafoglio ci sono anche Fenway Sports Group (Liverpool e Boston Red Sox), Yes Network, Milan, Alpine (F1), Tolosa e All3 Media. Gli americani, imitando Exor, hanno pure presentato un’offerta da 500 milioni di sterline per il quotidiano The Telegraph.
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juve e milan—
Accomunati dall’abilità nel fare affari, Exor e RedBird hanno percorso strade differenti nel calcio. Exor tratta la Juventus come un asset speciale. Altro che ritorno dell’investimento. Dal 2007 ha partecipato a cinque ricapitalizzazioni sborsando 715 milioni, a cui si aggiungono i 30 versati negli ultimi mesi in vista di un nuovo aumento di capitale fino a 110 milioni. È vero che l’investimento di RedBird, peraltro concentrato dal 2022 in poi, è altrettanto pesante. Ma dal totale di 825 milioni, ben 770 milioni sono andati a Elliott per l’acquisto (ne restano 489 più interessi nell’ambito del vendor loan) e solo 55 milioni sono finiti nelle casse rossonere. D’altronde, il Milan di Cardinale è abbonato agli utili, mentre la Juve di Exor ha registrato 847 milioni di perdite negli ultimi 5 anni.
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