Cavi della rete che scorrono a migliaia di metri sotto il mare. Tagliati, manomessi. Gasdotti fatti saltare in aria. Navi e sottomarini che si fronteggiano a distanza e dalle loro plance droni che decollano e sorvegliano il nemico. C’è una guerra ibrida, silenziosa che si combatte in mare e vede Nato e Russia confrontarsi su base quotidiana. Costringe i Paesi europei a prendere contromisure. Da tre anni, da quando è iniziato il conflitto ucraino, ha fatto un salto di qualità. Anche l’Italia deve attrezzarsi.