La qualifica di ieri è stata sottotono: la Ferrari non è riuscita a far funzionare correttamente le gomme. Questo problema, unito alla cronica carenza di rotazione, ha compromesso ogni possibilità di competere per le posizioni di vertice. In gara serviva una reazione immediata, considerando che su questo tracciato i sorpassi sono estremamente difficili. Reazione che non c’è stata: Lewis Hamilton ha chiuso in settima posizione, Charles Leclerc sesto.
Leclerc brucia Hamilton e Antonelli allo start
Prima della corsa ha piovuto. Nella mezz’ora a disposizione dei team per girare in pista e decidere le ultime configurazioni, tutte le auto montavano pneumatici intermedi. La pista si è asciugata parecchio e si dovrebbe partire con le gomme da asciutto. Ferrari ha realizzato le solite prove sui componenti: power unit, trasmissione, impianto frenante e sistema ibrido. Tutto è pronto, si attende solamente il giro di formazione.
Alla fine la scelta cade sulle Pirelli a banda gialla. Partenza razzo per Leclerc, che guadagna due posizioni. Lewis invece resta prudente e di fatto perde una piazza a favore del compagno. Dopo tre tornate, il Gran Premio piomba subito nella noia. Arrivano alcune raccomandazioni ai ferraristi per aiutare a gestire l’auto nel migliore dei modi: le solite questioni legate alle curve per ottimizzare la vettura.
Due minuti dopo arriva l’ordine di effettuare lift and coast nel terzo settore per gestire le temperature. Hamilton non riesce ad avvicinare Antonelli, così come Leclerc resta bloccato dietro Piastri. Lift off obbligatorio anche per l’inglese della Rossa, con circa 50 metri di anticipo, per tenere sotto controllo il surriscaldamento della monoposto.
Alla tornata numero 9 emerge già la necessità di preservare le gomme, evitando di spingere eccessivamente in curve specifiche come la 14. Poco dopo arriva il primo tyre phase update per fornire al muretto tutti i dati sullo stato degli pneumatici. Siamo nella fase di stallo tipica del primo stint a Singapore, in attesa della prima sosta per definire la strategia.
Gestione freni e gomme rallenta la SF-25
Adami fa sapere che la finestra della Safety Car è aperta, con l’eventualità di realizzare una sosta in regime di doppia bandiera gialla. Lewis ne prende atto e, in questo momento, si allontana un po’ da Kimi per far respirare maggiormente la sua vettura. A quanto pare, la strategia è sul Plan A. Da quello che possiamo intuire, potrebbe essere una tattica per non allungare troppo il primo stint.
Nonostante il passo non sia ottimale, le gomme soffrono. Avvisano Leclerc che l’asse sinistro è troppo caldo. Il lift and coast serve anche a questo: ridurre l’attrito in frenata per evitare ulteriori surriscaldamenti. Non farlo significherebbe rischiare il cedimento. Il monegasco non è contento, ma non ha alternative. Sulla numero 44 la situazione è simile.
Al giro 21 Leclerc rientra ai box. Le gomme erano ormai al limite. Per il secondo stint monta le Pirelli Hard. Quando rientra in pista si trova dietro Hülkenberg, che supera facilmente. Ora è nono, alle spalle della Haas di Bearman. Bozzi gli comunica il lap time target per i giri successivi: 1:36.5s, per mantenere un passo costante.
Hamilton, al momento resta in pista: l’inglese chiede lumi al suo ingegnere, che non gli sta fornendo suggerimenti utili alla guida. Tre giri dopo arriva anche la sua sosta e, come il compagno di squadra, passa alle Hard. In occasione del pit stop viene effettuato un piccolo ritocco all’ala anteriore per ricalibrare il carico all’avantreno della SF-25. Anche il britannico finisce dietro a Hülkenberg, con uno stop non perfetto, più lungo del previsto.
Il lift and coast termina?
Dopo la girandola dei pit stop, Antonelli si avvicina minacciosamente a Leclerc. Il monegasco, pur avendo pista libera davanti, viene continuamente sollecitato via radio da Bozzi a effettuare lift and coast. Alzare il piede di 25-30 metri in ogni frenata evidenzia quanto la SF-25 sia impreparata a gestire le temperature dei freni, problema che affligge la vettura più di ogni altra Ferrari recente.
Superata metà gara, la situazione si fa monotona. Le due Ferrari non hanno possibilità di rimonta e galleggiano a metà gruppo, con Antonelli tra loro e i primi. Il problema dei freni resta critico, specie per Leclerc che si lamenta ripetutamente via radio. Il monegasco spiega di utilizzarli in maniera molto conservativa per non sovraccaricarli. Al giro 40, in teoria, il lift off non dovrebbe più servire.
A questo punto dello stint pare che si possa iniziare a spingere un po di più, con le gomme che hanno raggiunto la finestra ideale di utilizzo e i freni che preoccupano meno. Lewis lo fa, cercando di chiudere il gap su Antonelli. Anche Leclerc migliora il suo ritmo, ma nel suo caso, il distacco dalla McLaren di Piastri è quasi di 14 secondi. Raggiungerlo non sarà possibile a meno di miracoli.
Hamilton cambia strategia e spacca i freni
Passaggio 44, Lewis ai box per passare alle Soft. Una strategia per capire se con più grip la Rossa possa raggiungere nuovamente Kimi e poi lottare con lui. E in effetti l’inglese vola, nettamente il più veloce in pista. Per lui saranno circa 15 giri da qualifica. Al contrario, Charles resta sulle Hard e, come volevasi dimostrare, si torna a realizzare del lift and coast, sommato alla necessità di rallentare in percorrenza di alcune curve per le gomme.
Cinque giri dopo arriva il sorpasso di Antonelli. La Mercedes aveva più ritmo dall’inizio e Leclerc non aveva il passo per trattenerla, scivolando in settima posizione. Il monegasco sfoga la frustrazione via radio con parole dure contro il continuo lift and coast obbligatorio. Una limitazione che penalizza ulteriormente una SF-25 già in difficoltà. Nel frattempo, Hamilton sta recuperando terreno.
Il team ordina lo scambio di posizione per permettere a Hamilton di tentare il recupero su Antonelli. Per Leclerc la gara è compromessa, mentre l’inglese punta ancora alla Mercedes davanti. Hamilton ci crede, ma sul più bello viene richiamato al lift and coast per raffreddare i freni surriscaldati. Una situazione che vanifica il suo tentativo e lo costringe a rallentare vistosamente per evitare il surriscaldamento critico dei freni.
Due giri lentissimi. Una situazione imbarazzante che lo costringe a gestire una vettura praticamente senza poter rallentare. Per fortuna la Aston Martin di Fernando Alonso era molto dietro, circa 40 secondi, e per questo riesce a mantenere la posizione al traguardo. Ulteriore smacco in una gara pessima. Alla fine parliamo di un sesto e settimo posto, senza infamia e senza lode. Ferrari esce da Singapore con le ossa rotte.
GP Singapore, classifica finale:
- George Russell (Mercedes)
- Max Verstappen (Red Bull)
- Lando Norris (McLaren)
- Oscar Piastri (McLaren)
- Andrea Kimi Antonelli (Mercedes)
- Charles Leclerc (Ferrari)
- Lewis Hamilton (Ferrari)
- Fernando Alonso (Aston Martin)
- Oliver Bearman (Haas)
- Carlos Sainz (Williams)