Non solo la guerriglia urbana che ha tenuto sotto scacco l’Esquilino, subito dopo la fine del grande corteo pro-Palestina. A Roma sabato sera è andata in scena anche una violenta aggressione ai danni dei dipendenti e di alcuni avventori di un bar, sempre nel quartiere a due passi dalla stazione Termini. 

Cori fascisti all’Esquilino

Il racconto è stato fatto dagli stessi titolari dell’attività, lo storico “bar allo Statuto”, in via Leopardi 62. A quanto si legge in un post pubblicato domenica 5 ottobre, tutto è avvenuto intorno alle 23 di sabato: “Un gruppo di persone ha attraversato la zona intonando cori fascisti – raccontano -, alla risposta ferma ma civile dei nostri clienti, il gruppo ha reagito con violenza”. 

Aggressione al bar dello Statuto

Il branco, la cui appartenenza non è stata individuata, avrebbe aggredito fisicamente “un nostro dipendente”, dopo aver lanciato insulti. Non solo: “Hanno danneggiato la porta del locale e gli arredi interni”. Una reazione violenta a quelli che, apparentemente, sono stati pacati rimbrotti da parte di qualche avventore presente in quel momento all’interno e all’esterno del bar. La proprietà del locale ha espresso vicinanza ai coinvolti e annunciato ogni azione necessaria per accertare i fatti.

La polizia, evidentemente allertata da qualcuno dei presenti, è intervenuta sul posto ma gli aggressori si erano già dati alla fuga.

La guerriglia urbana dopo il corteo

Ricordiamo che poco prima per le strade dell’Esquilino si era consumata una “battaglia” tra forze dell’ordine in tenuta antisommossa e un gruppo di antagonisti, incappucciati, che hanno messo a ferro e fuoco il rione con un’auto incendiata, lancio di oggetti e cassonetti dell’immondizia usati per bloccare l’accesso alla strada e mettere in difficoltà l’avanzata della polizia. Non solo. Gli antagonisti, due dei quali sono stati arrestati, hanno poi puntato la sede di CasaPound, un palazzo occupato di via Napoleone III, dove hanno lanciato oggetti, bottiglie e fumogeni contro l’ingresso e le finestre, scatenando la reazione di chi vive all’interno. 

La solidarietà di Rifondazione Comunista

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà e vicinanza ai proprietari, ai lavoratori e ai clienti del Bar allo Statuto – ha commentato Giovanni Barbera, co-segretario romano di Rifondazione Comunista e membro della direzione nazionale -. Chiediamo che i responsabili vengano immediatamente identificati e perseguiti, ma soprattutto che si ponga fine alla vergognosa impunità di cui da troppo tempo godono i gruppi neofascisti nella capitale. Roma è e resterà antifascista. Non ci faremo intimidire da questi loschi figuri che continuano a scorrazzare liberamente in città”.