Ha iniziato a circolare in maniera ufficiosa ieri pomeriggio tra la maggioranza politica della Regione il nuovo Piano sociosanitario del Piemonte. Una sorpresa inaspettata per molti, dato che la sua approvazione sfida il tempo: una settimana prima della chiusura di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale.

In poco più di 200 pagine il documento prova a ridefinire le linee guida della sanità piemontese e, in prima battuta, affrontare il tema dei temi della Sanità: le liste d’attesa. “La sanità sta attraversando una fase di forte crisi. E’ necessaria una svolta epocale”, è la premessa dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi.

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Ma cosa cambierà in breve? Si passerà a un modello di prossimità dell’assistenza sanitaria, basata sulle equipe mediche, assecondando anche quella che sarà la nuova “gestione pazienti” prevista dalla riforma dei medici di base (anch’essa dalla prossima approvazione). “Da una logica a silos, per specialità, a un approccio multidisciplinare e paziente-centrico alle cure”, si legge nel documento.

Nasce il direttore sociosanitario, figura che affiancherà i vertici delle ASL per migliorare la gestione integrata tra sociale e sanitario. Verranno riorganizzati i pronto soccorso e i punti nascita: rimarranno in piedi solo quelli con volumi minimi garantiti (per i punti nascita almeno 500 parti l’anno). Verrà fornita maggiore attenzione alla salute mentale con la nascita di una nuova consulta regionale dedicata.

La digitalizzazione

Uno step importante nell’efficientamento della sanità piemontese sarà poi anche il Cup “intelligente”, basato sull’IA, già anticipato nei mesi scorsi dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi, per eliminare il collo di bottiglia negli ingressi alle prenotazioni. «Il Cup attuale ha 11 anni sulle spalle e blocca fortemente le liste di attesa», aveva dichiarato lo stesso governatore della Regione Alberto Cirio. Il nuovo software che si avvarrà dell’intelligenza artificiale velocizzerà il lavoro dei medici con appuntamenti di follow up automatizzato e l’autocompilazione moduli. Arriva inoltre la regolarizzazione degli operatori del call center: «Su questo abbiamo investito mezzo milione per garantire contratti con maggior tutela», afferma Riboldi.

Cantieri e riorganizzazioni

Al via il Parco della Salute di Torino: la prima pietra è prevista per il 2026. Mentre il Regina Margherita e Sant’Anna verranno fusi in un unico polo pediatrico e ginecologico, con l’obiettivo di diventare un Irccs. Per il primo sarà prevista un’ulteriore estensione in orizzontale: la “torre pediatrica”. Mentre il Sant’Anna rimarrà fisicamente all’interno del Parco della Salute. 

Gli investimenti del Pnrr

Grazie ai fondi europei nasceranno 91 Case di Comunità, 30 nuovi Ospedali di Comunità e 43 Centrali Operative Territoriali (Cot). Saranno il cuore della medicina territoriale, con servizi su misura per le esigenze locali. Il problema? Molto probabilmente sarà trovare abbastanza personale.

Screening e bonus

Più screening neonatali: si amplia il pannello di malattie incluse nei test alla nascita. Arriva un bonus da mille euro al mese per le famiglie con minori oncologici, per spese di casa, trasporto e organizzazione. Viene potenziata l’assistenza domiciliare per gli anziani non autosufficienti (oggi 255mila in Piemonte), anche con l’aiuto della telemedicina.

Una mappa ambiziosa per il futuro della sanità piemontese: più tecnologia, più servizi vicini a casa, e più attenzione alle persone. Ora però resta la sfida più concreta: mettere tutto in pratica, con i fondi e il personale necessario.