Il Gran Premio del Belgio 2025 non ha certo regalato un grande show, ma di sicuro lascia una serie di argomenti interessanti sia riguardanti i piloti che gli aspetti tecnici. Per i primi, possiamo tranquillamente dire che l’università della Formula 1 ha dato 3 lauree quest’anno.
Oscar Piastri: laureato (per ora solo a Spa)
L’australiano della McLaren si merita tre volte la vittoria. La prima è per il coraggio del sorpasso al primo giro lanciato. Abbiamo riguardato i dati e Piastri è così vicino a Norris nella discesa verso Eau Rouge da essere costretto a modulare il gas per rimanergli attaccatissimo, mentre viene investito dallo spray d’acqua alzato dalla McLaren del britannico. Tenere giù quasi alla cieca, sapendo anche che il rischio era la frittata tra compagni di squadra richiedeva una dose di coraggio non comune. La seconda è per la gara condotta senza errori o sbavature, con un ritmo da metronomo per arrivare in fondo, quasi sempre da solo ma sempre perfetto, come sanno fare i campioni. La terza è per la gestione gomma. Più di 30 giri sulla mescola media da amministrare giro per giro, sapendo che il compagno dietro con le hard poteva spingere molto forte, per un pilota che nella gestione delle gomme aveva qualche carenza fino al recente passato, una bella dimostrazione di maturità. Primo posto in gara e allungo nel mondiale di quelli che iniziano a pesare.
Charles Leclerc: laureato – gara splendida
La gara di Charles Leclerc è forse una delle sue migliori in carriera. La scelta di affrontare la gara con un assetto ideale per l’asciutto, ossia con un livello di carico aerodinamico medio basso, si è rivelata una scommessa vincente, più che altro alla luce del fatto che attualmente in Formula 1 con pista veramente bagnata alla fine si gira molto poco. Questo però ha reso i primi giri di Leclerc, con pista ancora bagnata, davvero difficili, tra il lottare con le intermedie da portare in temperatura ed un più che arrembante Max Verstappen dietro con la RB21 versione alto carico. Ancora una volta il duello in pista tra Leclerc e Verstappen dal punto di vista del puro “racecraft” non delude, in un misto di aggressività e rispetto che ha portato i due piloti addirittura ad affiancarsi in uscita dalla Source nel tentativo ciascuno di trovare una linea migliore di quella dell’avversario. Questa volta Leclerc ne è uscito davvero bene, e da lì, grazie anche ad una chiamata ottima del muretto, ad un bel pit stop e ad un rilascio coraggioso in pit lane per non perdere la posizione Leclerc ha potuto “gestire” un paio di secondi su Verstappen per tutto il resto della gara. Chiaramente l’olandese con la pista che diventava asciutta si trovava con una quantità di carico non ideale, ma la pressione di Verstappen, che non sbaglia mai e che comunque si avvicinava nel settore centrale in ogni giro rimaneva qualcosa di non semplice da arginare. Gran gara quindi di Leclerc, a cui il piccolo lungo alla Bus Stop a poche tornate dal traguardo è costato solo un po’ di sudore in più negli ultimi chilometri.
Hamilton: si laurea con una rimonta vecchio stile
Ottima anche la gara di Lewis Hamilton: il sette volte iridato partiva dalla pit lane con motore nuovo e assetto ad alto carico da sfruttare nei primi giri con pista ancora bagnata. La strategia si è rivelata vincente, ma soprattutto grazie ad un Hamilton aggressivo e determinato come abbiamo visto tante volte negli anni passati. I sorpassi dell’inglese anche in punti non “convenzionali” della pista, come quello su Gasly a Campus hanno regalato uno scorcio dell’Hamilton che sicuramente tutti i tifosi della Ferrari aspettano e che evidentemente c’è ancora, con la necessità di trovare confidenza nella vettura. La somma del nuovo pacchetto sospensivo al retrotreno con l’alto carico aerodinamico scelto hanno messo nelle mani di Lewis la SF-25 col posteriore solido di cui aveva bisogno e non si è lasciato pregare. Impossibile poi superare Albon (ancora una gran gara da parte del pilota Williams), per cui la bella prestazione si è dovuta fermare al settimo posto, ma quanto visto non può che essere di buon auspicio per il futuro.
Ferrari ottima: strategie, assetti, e sospensione nuova promossa
Dal weekend belga il team di Maranello esce a testa alta: le scelte di tutta la squadra in pista sono state pressoché perfette a partire dal venerdì. La SF-25 sarebbe stata verosimilmente più lenta della Red Bull di Verstappen, qualora a Milton Keynes non avessero deciso di caricare molto l’aerodinamica in previsione pioggia, ma il podio di Leclerc è arrivato con un mix di scelte ottime, a partire dagli assetti, totalmente opposti tra i due piloti. Leclerc voleva la massima performance in ottica di pista asciutta, Hamilton doveva cogliere i primi giri bagnati per recuperare più posizioni possibili. Anche la strategia è stata ottima, con il pit anticipato al momento perfetto per Hamilton che ha poi portato tutto il gruppo a fermarsi.
In tutto ciò si è collocato l’esordio della nuova sospensione posteriore sulla SF-25. Il primo verdetto, quello della pista è stato ovviamente positivo, così come le parole dei piloti che hanno promosso l’intero pacchetto. La crescita tra la qualifica della sprint e quella della gara è stata visibile, con una curva di apprendimento chiaramente in fase di evoluzione, ma anche la guidabilità sul bagnato si è mostrata nettamente migliore, con Leclerc che ha potuto scegliere un assetto meno estremo verso l’avantreno e quindi trovarsi tra le mani una vettura più semplice da gestire. La gestione gomma nel lunghissimo stint su asciutto è stata ancora ottimale nonostante il basso carico, per cui il passo avanti è stato tangibile, ed è verosimile pensare che in altre piste, a partire da Budapest, quando la meccanica diventerà ancora più importante, si potrebbe vedere un progresso ulteriore. McLaren rimane al momento praticamente irraggiungibile, a meno di piste molto favorevoli, ma che questo sia il leitmotiv della stagione non dovrebbe più essere un tema di discussione.
Norris e Piastri si scambiano ruolo, ma Lando è bocciato. McLaren doveva tentare il double stack?
Domenica difficile da digerire invece per Lando Norris, che partiva dalla pole e ha avuto anche il vantaggio della partenza lanciata dietro a Safety Car. L’inglese dopo aver subito il sorpasso al primo giro ha poi dovuto provare a recuperare con la gomma doppiamente dura, visto il salto di mescola portato da Pirelli. È verosimile pensare che solo la McLaren con temperature così basse potesse mettere così tanta energia nelle gomme da far funzionare anche quella bianca, tanto che anche per Norris, con l’aumentare dell’usura dello pneumatico, ha iniziato ad essere difficile tenere le coperture in temperatura. Gli errori di guida dell’inglese, però, gli hanno impedito di raggiungere il compagno di squadra negli ultimi giri, in una rimonta che era non facile ma neppure impossibile. I due alfieri McLaren si sono scambiati i ruoli: Piastri, un attaccante nato ha dovuto gestire gomma e passo, Norris, passista per eccellenza, ha dovuto attaccare tutti i giri. Il vincitore lo ha determinato inequivocabilmente la bandiera a scacchi. Ci rimane un dubbio: in una pista come Spa, con un giro lungo 7 km lasciare un pilota fuori un giro in più significa generare una differenza di parecchi secondi (almeno 4 dai nostri calcoli in questo caso). Per quanto sia comprensibile il tentativo di minimizzare i rischi, tentare il doppio pit stop per McLaren sarebbe stata, secondo nostro modestissimo avviso, la scelta più corretta, anche nel caso in cui Norris avesse dovuto aspettare un paio di secondi dietro al compagno, dato che ne ha comunque persi oltre 4 con il giro in più. Sia chiaro che parliamo di un pelo nell’uovo in una gara super dominata dalle due vetture papaya, imbattibili su una pista da carico e compromesso meccanico come Spa.
Mercedes bocciata, il salto di mescola Pirelli lascia qualche dubbio
Mercedes chiude, invece, un altro weekend molto opaco: Antonelli fuori dai punti, Russell molto più lento dei battistrada, nonostante un assetto molto scarico che su pista asciutta avrebbe dovuto premiare. Addirittura il britannico è apparso più competitivo sul bagnato con auto scarica, che sull’asciutto. Nonostante le basse temperature che la W16 sia peggiorata nelle ultime gare è un fatto acclarato dai risultati, con una monoposto chiaramente diventata molto più difficile da guidare, al punto da mettere evidentemente in grande difficoltà anche un esordiente come Antonelli. Un ultimo dubbio riguarda la scelta Pirelli che ha deciso il salto di mescola, con la hard due mescole più dure della media, in una gara in cui quasi tutti i piloti hanno percorso oltre 30 dei 44 giri su gomma media e dove far funzionare la hard sarebbe stata probabilmente un’impresa alla portata di pochi, come accennato in precedenza.
Budapest, circuito agli antipodi per delle verifiche importanti
Si riparte comunque tra pochi giorni dall’Hungaroring: la pista è agli antipodi rispetto a Spa, bassissime velocità, fondamentale l’alto carico e la trazione. Ferrari dovrà trovare velocemente l’impostazione ideale per la nuova sospensione perché da lì passerà molto del potenziale della SF-25, che potrebbe mostrare riferimenti interessanti. McLaren parte favorita, mentre Red Bull è da verificare a sua volta: le curve lente non sembrano il pane della RB21, ma tutti i nuovi aggiornamenti potrebbero aver aiutato. L’ultimo passaggio prima della pausa estiva ci darà probabilmente un quadro tecnico completo e definitivo in vista del finale di stagione in autunno.