Il film, diretto da Barbara Miller (#Female Pleasure), Philip Delaquis e Manuel Bauer, con la collaborazione di Richard Gere e Oren Moverman come produttori esecutivi, offre uno sguardo ravvicinato sul percorso umano e spirituale del Dalai Lama.
Attraverso immagini contemplative e rari materiali d’archivio, il documentario rievoca la sua infanzia nel Tibet, l’intronizzazione a soli cinque anni, la fuga drammatica nel 1959 a causa dell’invasione cinese e l’esilio a Dharamsala, in India, dove oggi vivono oltre 150.000 rifugiati tibetani.
Quella del Dalai Lama è stata una “rivoluzione silenziosa”: la scelta di opporre alla violenza soltanto il potere della non-violenza, della compassione e del dialogo. È per questo che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, primo leader spirituale a lanciare un appello per la salvaguardia del pianeta in termini moderni e universali.