SIl ministero degli Esteri israeliano ha fatto sapere che sono stati espulsi dal Paese altri 171 attivisti della Global Sumud Flotilla, inclusa la giovane svedese. Nel pomeriggio è arrivato ad Atene il volo, messo a disposizione dal governo ellenico, con 27 cittadini greci e 134 cittadini di 15 Paesi europei, compresi gli italiani. Altre 138 persone restano ancora sotto custodia. Gli avvocati denunciano “gravi abusi subiti” nelle celle israeliane

Sono 171, inclusa Greta Thunberg, gli attivisti della Global Sumud Flotilla espulsi oggi da Israele. Ad annunciarlo è stato il ministero degli Esteri israeliano: “Altri 171 provocatori della flottiglia, tra cui Greta Thunberg, sono stati espulsi oggi da Israele verso Grecia e Slovacchia”, ha scritto su X, postando la foto della giovane attivista svedese e di altre due donne all’aeroporto internazionale Ben Gurion vicino a Tel Aviv, con indosso le tute grigie indossate nelle prigioni israeliane. Tra le persone espulse ci sono cittadini di Grecia, Italia, Francia, Irlanda, Svezia, Polonia, Germania, Bulgaria, Lituania, Austria, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca, Slovacchia, Svizzera, Norvegia, Regno Unito, Serbia e Stati Uniti. Gli attivisti non sono stati tutti liberati: come ha dichiarato il ministero all’AFP, 138 attivisti della Global Sumud Flotilla sono ancora sotto custodia israeliana. Tre giorni fa erano state espulse le prime 170 persone delle oltre 400 presenti a bordo delle quaranta imbarcazioni salpate dalla Tunisia a metà settembre, con l’obiettivo di rompere il blocco navale della Striscia di Gaza e portare aiuti alla popolazione e finite poi arrestate dalla Marina israeliana.

Tornano gli ultimi italiani

L’aereo con gli attivisti della Global Sumud Flotilla espulsi oggi da Israele è atterrato nel pomeriggio all’aeroporto internazionale di Atene. A bordo del volo, messo a disposizione dal governo ellenico, hanno viaggiato 27 cittadini greci e altri 134 attivisti cittadini di 15 Paesi europei, compresi gli italiani. Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ieri aveva confermato che gli italiani sarebbero partiti “con un volo charter per Atene. Saranno assistiti dalla nostra ambasciata sia alla partenza e poi in Grecia nel trasferimento verso l’Italia”. I connazionali dovrebbero arrivare stasera in Italia, si apprende da ambienti vicini agli attivisti. Da lì prenderanno le coincidenze per diverse città. A quanto riferito, le spese per il viaggio sono state sostenute dal Global Movement to Gaza. “Sono tutti in ottime condizioni fisiche”, ha detto Tajani.

Ai pm esposti degli attivisti

Intanto, sono all’attenzione della Procura di Roma gli esposti presentati nei giorni scorsi dagli attivisti e parlamentari italiani che erano a bordo delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla. In base a quanto si apprende, gli incartamenti – in cui si ipotizza anche il reato di sequestro di persona- sono ora oggetto di valutazione e analisi da parte degli inquirenti, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi. Non è escluso che una volta definito il fascicolo, anche dal punto di vista della competenza, possano essere ascoltati in Procura i partecipanti alla missione come persone informate sui fatti.

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L’ex sindaca di Barcellona e attivista della Global Sumud Florilla, Ada Colau, è arrivata ieri in tarda serata, insieme al consigliere comunale di Erc, Jordi Coronas, all’aeroporto di El Prat, in Barcellona, dove sono stati accolti da decine di sostenitori della causa palestinese e dirigenti politici. “È stato un viaggio molto intenso e difficile, con un finale complicato. Abbiamo vissuto un’esperienza molto dura”, poiché “ci hanno rinchiuso in un carcere di massima sicurezza dove non esiste Stato di diritto. Ci sono stati maltrattamenti e trattamento denigrante”, ha denunciato. Al porto di Ashdod, in Israele, c’erano “centinaia di poliziotti che ci hanno umiliati, tenuti per ore in ginocchio, con la testa contro il suolo, senza darci acqua e tirandoci per i vestiti”. L’esponente della forza di sinistra Comunes ha spiegato che, durante l’arresto e la detenzione, durata nel suo caso quattro giorni, “non abbiamo potuto fare la doccia, eravamo in 16 in una cella di sei metri per tre senza mai poter uscire per un’ora d’aria. Siamo rimasti totalmente isolati, senza poter avere contatti con le autorità consolari, avvocati o con le nostre famiglie. Non hanno dato medicine salvavita a persone diabetiche o asmatiche, che continuano a essere detenute”, ha denunciato.    

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