Verso nuove terapie
«Questa scoperta – spiega Andrea Fuso, coordinatore dello studio – è come aver trovato la chiave di lettura di un processo di cui prima vedevamo solo il risultato finale. Abbiamo capito che la cellula non usa un solo interruttore, ma un pannello di controllo integrato in cui Dna e microRna comunicano per regolare finemente un processo vitale, la cui alterazione è associata alla malattia. Questo è fondamentale per approcciare una patologia fortemente multifattoriale. È una svolta nella comprensione dei complessi meccanismi biomolecolari dell’Alzheimer». «Comprendere come i nostri geni vengono accesi e spenti, con la possibilità di intervenire per regolare questi meccanismi, è una delle frontiere più promettenti della medicina moderna. Con questo lavoro – conclude Fuso – abbiamo aggiunto un tassello cruciale che non solo ci avvicina a capire l’Alzheimer, ma ci fornisce anche nuovi e promettenti bersagli su cui agire».