La Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore assiste 900 famiglie colpite dalla crisi in Libano. Sr. Antoinette Assaf racconta l’impegno quotidiano delle religiose: aiuti alimentari, sanitari e psicologici, con l’obiettivo di restituire speranza e dignità alle persone più vulnerabili.

Amina, una donna seguita dal Dispensario St. Antoine, racconta: “Non potevo permettermi le medicine di cui avevo urgente bisogno. Anche mio marito e mio figlio necessitavano di visite specialistiche costose. Le Suore del Buon Pastore ci hanno accolto, curato e seguiti con grande dedizione. Non solo ci hanno fornito cure gratuite, ma ci hanno sostenuti emotivamente. È stato un segno concreto di speranza.” Gli fa eco George, padre di quattro figli assistito dal Centro di Roueissat/Jdeideh, testimonia: “Ho perso il lavoro improvvisamente e non riuscivo più a sfamare la mia famiglia. Abbiamo ricevuto pacchi alimentari e sostegno concreto. Inoltre, ho partecipato a incontri comunitari e mi hanno aiutato a cercare un lavoro. Nel frattempo, collaboro con le Suore in alcuni lavori al Centro. Questo mi ha restituito dignità.”

La Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore (conosciute in Italia come Suore del Buon Pastore e come Good Shepherd Sisters nel resto del mondo), fondata nel 1835 da Santa Maria Eufrasia Pelletier in Francia, conta oggi circa 4.000 suore, presenti in 68 paesi, al servizio dei più poveri e emarginati. Il carisma della Congregazione è testimoniare l’amore caritatevole di Gesù Buon Pastore nel mondo, vivendo una missione di riconciliazione, promuovendo i diritti e difendendo in particolare la dignità delle ragazze e delle donne che sono in situazione di maggiore vulnerabilità. La Good Shepherd International Foundation Ets (Gsif) è un’organizzazione senza scopo di lucro, con sede a Roma, costituita nel 2008 per sostenere lo sviluppo della missione del mondo della Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore in Africa e Medio Oriente, America Latina e Asia.

Di questo impegno abbiamo parlato con Sr. Antoinette Assaf (Direttrice Ufficio Sviluppo Missione Libano)

Sr. Antoinette, ci spiega in cosa consiste il progetto di emergenza “Sostegno alla popolazione colpita dal conflitto?
In collaborazione con le altre congregazioni, la diocesi di Beirut e i nostri partner locali, stiamo assistendo la popolazione di Deir El Ahmar, nella Valle della Bekaa, e del quartiere Roueissat/Jdeideh a Beirut. Sono aree dove il conflitto e la crisi in corso hanno lasciato ferite profonde. Con il progetto vogliamo restituire dignità, speranza e stabilità a circa 900 famiglie, cioè circa 3.600 persone.

Quali sono gli interventi più significativi che avete realizzato?
Sr. Antoinette:
Il programma si sviluppa su diversi fronti:

  • Distribuzione alimentare, per garantire un pasto sicuro alle famiglie più vulnerabili.
  • Forniture igieniche, per tutelare la salute, soprattutto nei mesi più freddi.
  • Assistenza sanitaria, grazie al Dispensario St. Antoine di Jdeideh, che oggi segue 400 famiglie (circa 2.000 persone, in gran parte bambini).
  • Supporto psicosociale, con un’équipe di psicologi che assiste oltre 300 famiglie, e con la casa di accoglienza di Ain Saadeh per donne e ragazze.
  • Visite a domicilio e monitoraggio, per offrire un accompagnamento personalizzato e costante.

Lei vive quotidianamente accanto a chi soffre. Qual è la realtà che tocca con mano?
Il Libano è lacerato. Ogni giorno incontro famiglie fuggite dal sud, dalla Bekaa e dalla periferia sud di Beirut, arrivate senza nulla. Molti hanno perso casa, lavoro, punti di riferimento. Le donne hanno perso i loro cari e la sicurezza, i bambini portano negli occhi la paura ma anche il desiderio di andare a scuola. Ciò che commuove è la loro resilienza: nonostante le ferite, conservano fede, speranza e piccoli gesti di solidarietà. Questo ci ispira e ci ricorda che la nostra missione non è solo distribuire beni materiali, ma anche offrire ascolto, accoglienza e sostegno psicologico.

Qual è il cuore del messaggio che volete trasmettere con questo servizio?
Che nessuno è solo. Come Buon Pastore, vogliamo camminare accanto alle persone senza distinzione, offrendo aiuti concreti ma anche spazi sicuri per guarire interiormente. Il nostro impegno è accompagnare, con compassione e amore, chi sta ricostruendo la propria vita tra mille difficoltà.

Il Libano mantiene la più alta densità di rifugiati al mondo. Ospita attualmente più di un milione e mezzo di siriani, centinaia di migliaia di palestinesi e migliaia di rifugiati da altri Paesi. La maggior parte vive in insediamenti informali o in aree urbane condividendo con fasce sempre più ampie della popolazione difficoltà nell’accesso a cibo, servizi sanitari, acqua potabile, oltre che insicurezza. Le infrastrutture danneggiate e distrutte rendono difficile una ripresa sostenibile. La gran parte dei libanesi vive oggi sotto la soglia di povertà. Dopo un vuoto politico di oltre due anni, finalmente a gennaio è stato eletto il nuovo presidente, Joseph Aoun.  Papa Leone lo ha ricevuto lo scorso giugno, auspicando una “nuova stagione” di concordia e stabilizzazione.L’ONU ha prolungato al 31 dicembre 2026 la presenza Unifil, la forza di interposizione al confine tra Israele e Libano, che poi si ritirerà gradualmente entro la fine del 2027.

Attraverso il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli dal 1991 la Conferenza Episcopale Italiana ha già finanziato 149 progetti in Libano. Con oltre 34 milioni di euro provenienti dai fondi 8xmille sono stati sostenuti interventi in diversi settori, in particolare istruzione e accompagnamento di bambini e ragazzi, formazione e sensibilizzazione per educare alla pace e alla convivenza, inclusione, interventi sanitari, per lo sviluppo integrato economico e sociale. Significativo l’impegno per l’inclusione comunitaria delle persone con disabilità. Pronte anche le risposte a situazioni di emergenza, sia in seguito alla terribile esplosione nel porto di Beirut dell’agosto del 2020, sia dopo il terremoto in Turchia e Siria del 6 febbraio 2023, con assistenza umanitaria a profughi e sfollati in Libano e interventi di aiuti d’urgenza, supporto psicosociale, formazione, accompagnamento. Come ulteriore segno di vicinanza ad aprile del 2023 una delegazione della Conferenza episcopale italiana, guidata dal Segretario Generale, Mons. Giuseppe Baturi, si è recata in Libano, a Beirut.  Dopo l’acuirsi della crisi la CEI ha messo a disposizione un ulteriore milione di euro dai fondi 8xmille che i cittadini italiani destinano alla Chiesa cattolica. Caritas Italiana e Caritas Libano hanno sviluppato un piano di interventi per assistenza umanitaria di urgenza sia per cittadini libanesi che per migranti e sostegno formativo ai volontari di Caritas Libano, anche con attività finalizzate alla riconciliazione, gestione del conflitto e cittadinanza attiva, così che i giovani libanesi possano contribuire alla ricostruzione di un futuro per il Paese.

 

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