Sirianni PreziosiVittorio Sirianni

Dopo sei giornate il Genoa è ultimo in classifica. Chi l’avrebbe mai detto? Si ricorda che all’inizio del campionato si parlava di “alzare l’asticella” rispetto allo scorso torneo.
Dopo sei giornate questa asticella si è invece paurosamente abbassata.
Tuttavia, si è vista qualche buona nota dalla partita col Napoli. Il primo tempo della gara è stato molto interessante sia dal punto di vista tecnico che psicologico: i rossoblù hanno chiuso il Ciuccio che si è molto irritato (Conte ha iniziato ad avere forti fibrillazioni) e poi quando è arrivato il gol gioiello di Ekhator il clima fra gli azzurri è diventato quasi drammatico. Si diceva del buono in chiave rossoblù: era improvvisamente scomparsa la brutta figura fatta al Ferraris con la Lazio. Vieira aveva trovato la sua squadra, attenta, forte, determinata,coraggiosa e tatticamente perfetta. Il Napoli era chiuso nella ragnatela rossoblù, mai un tiro in porta, mentre le spinte offensive del Grifone erano tante e ben preparate. Poi, ovviamente il Napoli è campione d’Italia, ha elementi di grande spessore, giocatori che magari per tutta la gara non danno il contributo alla squadra e poi all’improvviso cavano fuori lo splendido gesto tecnico (perché campioni sono) e risolvono la partita. Dopo il pareggio di Anguissa è successo che Højlund ha risolto la gara con una staffilata da gran bomber qual è.
Tuttavia, ad esempio, difesa e centrocampo avevano, sempre nel primo tempo, giostrato molto bene e qualche spunto di vera classe c’è pure stato: la fuga di Norton-Cuffy, straordinaria e il pallone servito al centro raccolto dal piede giovane di Ekhator sono stati una vera perla.
Naturalmente il discorso in chiave rossoblù è comunque purtroppo sempre lo stesso: buona la prestazione, negativo il risultato.
Va detto che al momento la squadra non ha più l’obiettivo di alzare l’asticella, ma di pensare soltanto a salvarsi. E in questa dimensione va valutata la situazione.
Sembra, insomma, che il complesso, solo lentamente, stia ricreando quell’immagine di compattezza, di consapevolezza nei propri mezzi, di sentirsi “cosa unica” testardamente unita come in passato. Vieira, lo ha ovviamente capito, dovrà rivedere, correggere, continuare a dare la massima fiducia ai suoi uomini. E su questo non ci dovranno essere dubbi: certo il problema non è di facile soluzione, siamo sempre alle solite, fino alla cintura di centrocampo ci siamo, ma poi cominciano i dolori. Al gol di Ekhator tutti a dire che «abbiamo finalmente il goleador», ma poi la sconfitta ha riportato l’ambiente rossoblù con i piedi per terra.
A proposito di uomini-gol, la nostra sensazione è che il povero Vieira ne abbia troppi sulla carta: 4-5 addirittura e non sia convinto di sceglierne uno e dargli lungo tempo per affermarsi. Molti infatti criticano Colombo, ma il ragazzo ha bisogno di tempo. Così Ekuban che si reclama quando le cose non vanno bene, entra un po’ sì e un po’ no. Vitinha è un uomo gol o un cursore sulle fasce. La verità è forse che tutti costoro sono buoni giocatori, ma nessuno si può considerare quel “valore aggiunto” che servirebbe.
Resta un dato: la gara col Ciuccio ha detto che per buona parte la squadra si è ritrovata, ma l’ultimo posto grida massima attenzione. E la stessa società valuti bene il momento: sarebbe un peccato…abbassare troppo l’asticella.
Vittorio Sirianni