In realtà sembra tutto un pretesto per parlare di Peggy Roche, una delle protagoniste indiscusse de Il tubino nero. «Modernità, libertà, benessere. Una rivelazione per Isabelle Adjani. È Peggy Roche che le ha fatto scoprire queste regole d’oro dell’eleganza» afferma Françoise Sagan.

«Oggi, quasi tutto quello che so sulla moda e sulla bellezza l’ho imparato da Peggy Roche» rivela la scrittrice celebrando un personaggio dal talento multiforme, modella, stilista, giornalista, che descrive come ossessionata dal concetto di eleganza («È senz’altro l’unica persona che, al cinema, quando l’eroina sta per essere selvaggiamente pugnalata, osserva la forma del suo turbante o la curva delle sue scarpe» sottolinea). Emerge una figura in netto anticipo sui tempi che immagina una moda di qualità, svincolata dall’idea dello scorrere del tempo.

Françoise Sagan.

Françoise Sagan.

J. Cuinieres/Getty Images

Quello che Françoise Sagan non dice nei suoi articoli e che non dirà mai pubblicamente è che Peggy Roche, ex moglie dell’attore Claude Brasseur, è stata la sua compagna per vent’anni. Una relazione ammantata di segretezza che terminerà con la morte per cancro della stilista avvenuta nel 1991. Una scomparsa che distrusse Françoise Sagan che invece si spense, completamente in rovina, 13 anni dopo.

Ma perché il libro si intitola Il tubino nero? La risposta non è nel centinaio di pagine del volume che fa venire voglia di saperne di più delle mannequin e degli stilisti citati e oramai dimenticati e di quelle personalità che rendevano unica quella Parigi crocevia di incontri, ma altrove. Il tubino nero è un vestito che Françoise Sagan ereditò dalla nonna, grazie a cui scoprì il potere trasformativo della moda e sulle emozioni a essa legate. Una storia che varrebbe la pena leggere. Speriamo un giorno di poterla trovare anche nelle librerie italiane.