di
Maria Giovanna Faiella
Continua in Italia l’alta circolazione del virus Sars- CoV-2: nell’ultima settimana monitorata più di 4mila contagi. La malattia è ancora pericolosa? E per chi? I vaccini proteggono dalle varianti che circolano?
Continuano ad aumentare le infezioni da Sars-CoV-2: nella settimana dal 18 al 24 settembre 2025 sono stati registrati 4.256 casi (erano stati 3.692 nella settimana precedente), secondo i dati del bollettino settimanale sul monitoraggio di Covid-19, diffuso dall’Istituto Superiore di sanità, pubblicato il 26 settembre (qui).
Come mai questa impennata? C’è da temere una nuova “ondata” di Covid? La malattia oggi può essere ancora pericolosa e per chi? Come proteggersi? Cosa devono fare le persone fragili, cioè anziani e chi soffre di patologie croniche come tumori, diabete, malattie dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio, o è in cura con terapie immunosoppressive?
Impennata di casi
Secondo gli ultimi dati del monitoraggio, l’incidenza di casi COVID-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 18-24 settembre è pari a 7 casi per 100.000 abitanti, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (6 casi per 100.000). Le fasce di età che fanno registrare il più alto tasso di incidenza settimanale sono 80-89 anni e ultra novantenni.
L’indice di trasmissibilità (Rt) è pari a 1,11.
L’impatto sugli ospedali rimane «sostanzialmente stabile e limitato», rileva il Rapporto.
La variante JN.1, con tutti i suoi sotto-lignaggi e relativi ricombinanti, si conferma predominante; tra questi, XFG (o Stratus) è attualmente prevalente, in accordo con quanto osservato in altri Paesi.
«In questa fase, in Italia c’è un’alta circolazione del virus Sars -CoV-2, con un aumento significativo di tamponi positivi» dice Marco Falcone, consigliere della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, nonché professore ordinario di Malattie infettive alla Facoltà di Medicina dell’Università di Pisa. «L’aumento dei casi potrebbe essere dovuto alla nuova variante che si diffonde rapidamente».
La malattia
Covid-19 (acronimo di COronaVIrus Disease 19) è una malattia respiratoria acuta causata da un virus, SARS-CoV-2, che appartiene alla famiglia dei coronavirus.
Negli ultimi cinque anni sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti di questo virus. Attualmente nel nostro Paese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti. In base ai dati di sequenziamento presenti nella piattaforma nazionale I-Co-Gen, nell’ultimo mese di campionamento consolidato (agosto 2025, dati al 21/09/2025) si evidenzia la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 sotto osservazione a livello internazionale, con una predominanza di sequenziamenti attribuibili a XFG (o Stratus), variante sotto monitoraggio attualmente in crescita su scala globale.
Sintomi oggi
I sintomi variano sulla base della gravità della malattia, dalla loro assenza (asintomatici), fino alla mancanza di respiro dovuta a polmonite e a sindrome da distress respiratorio acuto e altre complicazioni, tutte potenzialmente mortali.
Ma quali sono oggi i principali sintomi del Covid?
Risponde il professor Falcone: «Faringodinia (mal di gola, con possibile raucedine), associata a ostruzione nasale – sintomi tipici del raffreddore -; spesso sono presenti debolezza e a dolori muscolari, stato di malessere, cefalea, ovvero i sintomi classici della sindrome simil-influenzale, però in questo caso la causa è il Covid».
Forme lievi
Oggi il virus Sars-Cov-2 si sta adattando progressivamente all’essere umano, ma per le persone fragili rimane pericoloso, così come succede per altri virus.
In ogni caso, il Sars-CoV-2 è un virus imprevedibile perché basta che arrivi una variante che si diffonde rapidamente e aumentano i contagi (e le conseguenze per i più «vulnerabili»).
«In questa fase – spiega Falcone – generalmente la malattia è lieve, quindi l’alto numero di infezioni non è correlato per il momento a un aumento significativo dei ricoveri poiché, nella maggioranza dei casi, si tratta di forme di malattia che equivalgono al raffreddore. Ma, anche se al momento non si registra un aumento sostanziale di ricoveri, le persone particolarmente vulnerabili possono avere esiti gravi» ricorda Falcone.
Perché fare il tampone. Le cure disponibili
Per sapere se si ha il Covid va fatto il tampone, consigliato soprattutto a chi è a rischio di malattia grave e a chi è a contatto con persone vulnerabili e anziani.
Sottolinea l’infettivologo: «Se si hanno i sintomi del Covid e si è pazienti a rischio di sviluppare una forma grave, bisogna saperlo se ci si è infettati, quindi va fatto il tampone, anche perché oggi, se il test è positivo al Sars-CoV-2, alle persone ad alto rischio di progressione di malattia si possono prescrivere terapie efficaci (antivirali in compresse), che vanno assunte entro i primi cinque giorni dall’esordio dei sintomi, proprio per prevenire complicanze e ricoveri».
Cosa fare se si ha l’infezione
Dice il professor Falcone: «Se si ha il Covid, si rimane a casa e, anche se non ci sono regole restrittive, chi ha i sintomi della malattia deve evitare contatti con persone a rischio che, se si infettano, potrebbero avere una malattia grave; quindi, bisogna evitare di andare da nonni, zii, amici che hanno problemi di salute» consiglia l’esperto, che ricorda: «Se oggi il Covid nelle persone sane e giovani può essere simile a un raffreddore, invece se s’infettano le persone fragili, anziani e pazienti con malattie croniche preesistenti di qualsiasi età, possono avere serie complicanze, finire in ospedale e rischiare la vita stessa».
Vaccini aggiornati
Contro Covid-19 sono disponibili vaccini, offerti gratuitamente alla popolazione. Come riporta la circolare del ministero della Salute, «Indicazioni e raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2025/2026 anti COVID-19», pubblicata il 22 settembre: «I dati più recenti sull’efficacia dei vaccini adattati alle varianti JN.1 e KP.2, somministrati nella stagione 2024/2025 confermano che i vaccini anti COVID-19 forniscono protezione contro la forma grave della malattia e i decessi».
I documenti internazionali indicano, per la campagna di vaccinazione 2025/2026, l’aggiornamento dei vaccini contro COVID-19 alla variante LP.8.1 del SARS-CoV-2».
Tra i vaccini adattati a LP.8.1, già autorizzati dall’AIFA-Agenzia italiana del farmaco, è prossima la distribuzione alle Regioni del «vaccino aggiornato, nella disponibilità del ministero della Salute, in virtù del contratto in essere», come si legge nella circolare ministeriale.
A chi è consigliato vaccinarsi
Soltanto 1.011.710 di persone si sono vaccinate contro Covid-19 nell’ultimo anno, dal 17 settembre 2024 al 25 settembre 2025, riporta il sito del ministero della Salute.
Eppure, come ribadisce il professor Falcone: «Il vaccino è fortemente raccomandato alle categorie a rischio, quindi gli anziani e a tutte le persone con patologie croniche, a prescindere dall’età, più esposti a una forma grave di malattia».
La dose di richiamo del vaccino aggiornato, annuale, è raccomandata ad alcuni gruppi di persone (categorie a rischio) ovvero:
– persone a partire dai 60 anni;
– ospiti di Rsa e strutture per lungodegenti;
– donne in gravidanza o nel periodo dopo il parto o in allattamento;
– operatori sanitari e sociosanitari;
– persone di età compresa tra i 6 mesi e i 59 anni, con elevata fragilità in quanto affette da patologie o condizioni che fanno aumentare il rischio di una grave forma di Covid, quali: malattie respiratorie croniche, dell’apparato cardio-circolatorio, patologie cerebrovascolari, oncologiche (in trattamento, per esempio, con farmaci immunosoppressivi), diabete, alcune malattie neurologiche e neurodegenerative, obesità (BMI maggiore di 30), pazienti in dialisi o con insufficienza renale cronica, pazienti immunodepressi per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori, persone con disabilità grave ai sensi della legge 104 del 1992, art. 3 comma 3 (l’elenco completo nella Circolare ministeriale del 22 settembre 2025, Allegato B).
L’elenco potrebbe non essere esaustivo, pertanto saranno i medici a valutare i casi in cui sussista l’indicazione alla vaccinazione, considerando il rapporto benefici/rischi.
La vaccinazione viene consigliata a familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità.
29 settembre 2025 ( modifica il 29 settembre 2025 | 11:47)
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