Al Maneo, il Livorno Rugby ha festeggiato il ritorno in Serie A1 con una serata di emozione e appartenenza. Presentata la squadra guidata da Gianluca Guidi, con l’innesto di Mbandà come leader e simbolo di un progetto fondato su giovani, vivaio e valori. Esordio il 19 ottobre a Verona

7 ottobre – 11:28 – MILANO

Al Maneo, sabato 4 ottobre alle 19.30, l’Unicusano Livorno Rugby 1931 ha rimesso piede sul palcoscenico della Serie A1. Una presentazione che è parsa subito più di un rito: emozione, orgoglio, appartenenza. I più piccoli in maglia biancoverde hanno fatto corridoio; i grandi, passando, si sono presi il testimone. Il colpo che sposta l’aria si chiama Mata Maxime Esuite Mbandà: terza linea del ’93, 29 caps azzurri, scudetto a Calvisano, Pro14 con le Zebre Parma. Un nome che non necessita di aggettivi, dentro e fuori dal campo. 

Maxime Mbandà, sostanza e misura—  

189 centimetri per 106 chili: uno dei flanker italiani-simbolo dell’ultimo decennio. Romano di nascita, origini congolesi e radici milanesi, formato nell’Accademia FIR, debutto in Nazionale nel 2016 a San José contro gli Stati Uniti. Sei Nazioni, Mondiale 2019 in Giappone, e quella pagina civile del 2020: volontario alla Croce Gialla di Parma in pieno lockdown, fino all’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica conferitagli dal Presidente Sergio Mattarella. Oggi ha scelto Livorno. “Mi sono trasferito in Toscana per motivi personali. Con Gianluca Guidi c’è un legame forte: mi ha allenato per anni, mi ha convinto. Qui l’ambiente coinvolge, e io non vengo ad allenarmi per timbrare il cartellino”. 

Maxime Mbandà con la maglia delle Zebre

Una squadra giovane, cuore antico—  

Livorno affronterà il girone 1 con una rosa in gran parte figli della cantera biancoverde. Età media tra le più basse del campionato: anche per questo l’esperienza carismatica di Mbandà è tassello prezioso per la crescita del gruppo. Unica toscana tra A Elite e A1, il club insiste sulla continuità del vivaio, valorizza i talenti locali e affida il progetto tecnico alla visione di Gianluca Guidi, affiancato dai tre giocatori-allenatori Rocco Del Bono, Edoardo Mannelli e Antonio Tangredi. 

Il palco sotto la porta sud—  

Conduzione brillante di Daniele Aspromonti. Quaranta nomi chiamati uno per uno sul palco montato sotto la porta sud. Assenti giustificati Christian Brasini e Jacopo De Rossi, impegnati in Coppa Italia con l’Accademia FIR “Ivan Francescato”. Accanto a Mbandà, le novità: Francesco Agnelli (2006, dal Colorno), Francesco Stefanini (1993, ex Florentia) e il ritorno di Andrea Nannoni (2003), reduce da una stagione in A Elite con la Lazio. Sul microfono, tra applausi, il presidente Giovanni Riccetti, il capitano Giacomo Gragnani e lo stesso Guidi, con lo staff tecnico al completo. 

Terzo tempo, prima regola—  

A chiudere, un terzo tempo in stile Festa della Birra curato dai volontari: musica, sorrisi, una carica che sa di rugby vero. “Gente di mare” in loop, colonna sonora scelta dal pubblico. Dietro le luci, il lavoro silenzioso di decine di persone: palco, servizio, accoglienza. A loro, il grazie più convinto del club. 

Il via il 19 ottobre—  

Esordio sabato 19 ottobre, a Verona, contro una delle big del girone. Serie A1 a 10 squadre, 18 giornate, playoff per le prime tre. I numeri contano, ma fino a un certo punto. Qui pesano identità, storia, vivaio, e quella passione che al Maneo si è vista e sentita. Livorno è pronta a prendersi spazio in un’altra, entusiasmante avventura.