A Capri si rinnova l’impegno nella lotta al tumore al seno. La 19ª edizione del convegno “Carcinoma mammario: evoluzione del panorama terapeutico. Opzioni e criteri di scelta”, organizzato da Gamma Congressi, ha riunito alcuni dei massimi esperti italiani di oncologia e radioterapia per analizzare le più recenti innovazioni nella cura del carcinoma mammario. L’appuntamento, ormai punto di riferimento nazionale per la comunità oncologica, ha messo al centro temi cruciali come la personalizzazione delle terapie, la prevenzione, la comunicazione medico-paziente, la sostenibilità e la multidisciplinarietà, pilastri di un approccio sempre più umano e integrato alla cura.

L’importanza della prevenzione 

“Rimane straordinariamente importante prevenire, perché se tante persone lo fanno, il beneficio non è solo del singolo, ma anche della collettività”, ha ricordato Cecilia Nisticò, oncologa e responsabile scientifica del convegno. “Prevenire non significa solo fare screening precoci e innovativi, ma associarli a corretti e sani stili di vita – ha aggiunto -. Oggi parliamo anche di medicina personalizzata, che ci permette di adattare la terapia alle caratteristiche biologiche e cliniche di ogni paziente. Ma la strada da fare è ancora tanta, perché dietro ci sono anche temi di sostenibilità ed equità”.

Il ruolo degli stili di vita 

Durante il convegno è emerso con forza il ruolo degli stili di vita nel controllo del carcinoma mammario dove i medici intervenuti hanno ribadito che una corretta alimentazione, l’attività fisica costante e la riduzione dei fattori di rischio — come fumo, eccesso di alcol e sedentarietà — rappresentano strumenti concreti di salute pubblica. “La prevenzione per il tumore mammario non essere un gesto occasionale – ha sottolineato ancora Cecilia Nisticò – occorre un approccio continuo, che accompagni la donna lungo tutto il suo percorso di vita, sostenuto da programmi di educazione sanitaria e da una stretta collaborazione tra medici di famiglia, specialisti e istituzioni”.

Chirurgia senologica: verso approcci più conservativi

Lucio Fortunato, chirurgo senologo, ha illustrato come la chirurgia senologica si sia evoluta verso approcci più conservativi e rispettosi dell’identità femminile: “Il futuro della chirurgia senologica è conservare, non togliere. Oggi possiamo unire l’efficacia oncologica con la salvaguardia del seno grazie alle tecniche oncoplastiche e alla valutazione intraoperatoria del linfonodo sentinella, che riduce gli interventi inutili. La chirurgia non è più solo un gesto tecnico, ma parte di un percorso condiviso con oncologi, radioterapisti e psicologi”.

Radioterapia: precisione, sicurezza e tempi ridotti

Anche Pier Carlo Gentile, radioterapista ha posto l’accento sulla trasformazione della radioterapia sempre più precisa sicura e breve: “La radioterapia di oggi è precisa, sicura e sempre più breve. Con le nuove tecniche di ipofrazionamento possiamo completare i trattamenti in pochi giorni, mantenendo l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali. È un cambiamento che migliora la qualità di vita delle pazienti e ottimizza le risorse sanitarie. Ma è fondamentale che queste innovazioni siano disponibili in modo uniforme su tutto il territorio”.

Nuove terapie sistemiche e personalizzazione delle cure

Sul fronte farmacologico, l’oncologo Paolo Pronzato ha analizzato i progressi ottenuti con le nuove terapie sistemiche: “Abbiamo a disposizione farmaci a bersaglio molecolare — dagli anti-HER2 agli inibitori di CDK4/6 fino ai PARP inibitori per le pazienti BRCA-mutate — che ci permettono di personalizzare il trattamento in base al profilo biologico del tumore. Anche l’immunoterapia sta aprendo scenari promettenti, ma serve una selezione accurata delle pazienti e una riflessione sulla sostenibilità e sull’equità di accesso alle nuove cure”.

La comunicazione come pilastro della cura multidisciplinare

Un tema trasversale che ha toccato i differenti gruppi di lavoro è stato quello della comunicazione, intesa sia nel rapporto tra medico e paziente sia all’interno del gruppo di lavoro multidisciplinare. In molti degli interventi si è sottolineato come una comunicazione chiara, empatica e continua sia fondamentale per rafforzare la fiducia, migliorare l’adesione alle terapie e contrastare il rischio di medicina difensiva, che può indebolire il rapporto di cura e rallentare le decisioni cliniche. Allo stesso tempo è stata ribadita l’importanza della comunicazione tra professionisti, elemento chiave delle Breast Unit, per garantire percorsi condivisi, decisioni tempestive e strategie terapeutiche realmente personalizzate.

La rete oncologica come chiave della cura

“Il dialogo tra i professionisti è la prima forma di cura,” ha concluso Cecilia Nisticò, richiamando il valore della collaborazione tra oncologi, chirurghi, radioterapisti, genetisti, anatomopatologi e psico-oncologi come base del modello multidisciplinare. Solo una rete oncologica efficiente e una sinergia tra ospedale, territorio e istituzioni potranno garantire a ogni donna l’accesso alle migliori opportunità terapeutiche – dalla prevenzione alla diagnosi precoce, dal trattamento al follow-up – con un’attenzione costante alla qualità di vita e alla relazione di cura.

Molti degli interventi hanno confermato una visione condivisa: la cura del carcinoma mammario è sempre più personalizzata, tecnologica, comunicativa e umanizzata, in una visione sostenibile ed equa.