L’annuncio: i californiani acquisiscono l’eccellenza nata a Ivrea

La tecnologia non come strumento a esclusivo beneficio di chi vende i contenuti, ma come opportunità per chi vuole imparare, capire, inventare. È la visione di Massimo Banzi, genio italiano già consegnato ai libri della storia dell’innovazione nostrana che oggi ha scritto un altro importante capitolo: la sua Arduino, fondata nel 2005 a Ivrea per dare la possibilità a chiunque di creare e programmare dispositivi e progetti di elettronica, diventa parte del colosso californiano dei processori Qualcomm Technologies.

«Era il momento giusto: ci sono sfide legate all’intelligenza artificiale estremamente complesse che richiedono una forza alle spalle che una piccola realtà come Arduino — per quanto importante — non può avere da sola. Per poter continuare la missione di semplificare la tecnologia e mantenere l’approccio open source, serviva un partner molto grande» spiega Banzi al Corriere.



















































Nella pratica, significa che la piattaforma hardware e software di Arduino e la sua comunità di 33 milioni di persone potranno beneficiare delle soluzioni degli americani. 

Da parte sua, Qualcomm prosegue nell’intento di «democratizzare l’accesso degli sviluppatori alle nostre tecnologie all’avanguardia nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’informatica» ha dichiarato Nakul Duggal, responsabile Iot e automotive di Qualcomm. 

L’integrazione di Arduino in Qualcomm segue infatti quelle di Edge Impulse, che porta l’AI nei dispositivi locali (edge il termine corretto), e Foundrise.io, attiva in sicurezza e gestione dei sistemi basati su Linux.

E una delle collaborazioni già in corso tra la creatura di Banzi ed Edge Impulse aiuta a capire di cosa stiamo parlando, nel concreto: la rete italiana di poliambulatori Santagostino (acquistata nel 2022 da UnipolSai) ha installato una scheda wi-fi Arduino nei suoi impianti di climatizzazione e ventilazione per monitorare vibrazioni e temperature. I dati vengono poi inviati a Edge Impulse per ottimizzare la manutenzione e prevedere gli eventuali guasti. Semplicità, di sviluppo e installazione, e costi contenuti.

Quello delle aziende, con la versione Pro, è uno dei tre tipi di audience a cui Arduino si rivolge, come spiega al Corriere l’amministratore delegato Fabio Violante: gli altri due sono «l’audience educativa, che è quella nativa come strumento per il physical computing, e quella dei maker (i cosiddetti artigiani digitali, ndr)». Prosegue Banzi: «Continueremo a essere noi stessi, con la possibilità però di fornire strumenti molto più potenti, tra cui il prodotto che abbiamo annunciato oggi: la scheda Arduino Uno Q con Intelligenza artificiale integrata che introduce l’ambiente di sviluppo App Lab per semplificare il lavoro con i sistemi operativi Linux e Python e i flussi di AI».

Arduino Uno Q viene prodotta in Asia, mentre il resto della produzione delle schede resterà in Italia. Dopo l’acquisizione di Qualcomm, Violante manterrà il suo ruolo, mentre quello di Banzi — fino a ora presidente — è in via di definizione: «In qualche modo rimarrò collegato, darò una mano se me la chiederanno ma non avrò un ruolo manageriale. Per un fondatore è importante capire quando passare la mano. Continuerò a insegnare e mi occuperò del mio progetto SuperModerno per raccontare la storia della tecnologia» spiega.

L’accordo, del quale non è stato reso noto il valore economico, è stato annunciato nel corso di un evento al Museo dell’automobile di Torino e per essere finalizzato dovrà attendere le approvazioni normative. Arduino, che ha sede legale in Svizzera e le sedi operative a Torino e Malmo, in Svezia, continuerà a operare come marchio indipendente e collaborare con altri produttori di microprocessori.

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7 ottobre 2025 ( modifica il 7 ottobre 2025 | 15:33)