Sono mesi che l’Ucraina attacca con i droni i centri deputati a raffinamento, stoccaggio e trasporto del petrolio russo, anche a migliaia di chilometri oltre il confine, con conseguenze disastrose sull’economia interna: prezzi del carburante alle stelle, territori completamente a secco, prime forme di dissenso da parte della popolazione e degli oligarchi, che spesso sono proprietari di queste raffinerie colpite. Ora il Cremlino corre al riparo, installando reti anti-droni sopra ai punti più critici, come nel caso dell’ex base nucleare di Severny, nell’Artico (che ufficialmente dovrebbe essere inattiva). Ma questa difesa preventiva è la dimostrazione lampante che Putin si trova in seria difficoltà.