di
Virginia Piccolillo

Il leghista: fascisti rossi. Campania, FdI in pressing per ufficializzare il viceministro

È un day after dolce e amaro quello delle Regionali calabresi. Mentre il Campo largo si lecca le ferite per la sconfitta di Pasquale Tridico, Roberto Occhiuto risale trionfante sulla poltrona di governatore. Ma la battaglia nel centrodestra dilaga per le elezioni della Campania, del Veneto, della Puglia e di quelle a venire della Lombardia. Se ne parlerà oggi in un vertice convocato sulla manovra. In un clima che Giorgia Meloni ieri ha tentato, da Bruno Vespa, di pacificare: «Non vedo assolutamente nervosismi all’interno della maggioranza». Nessuna «fibrillazione».

Qualche aritmia però l’ha provocata la blindatura di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, a candidato presidente della Campania. In mattinata, una nota di sostegno di via della Scrofa ha rotto gli indugi degli alleati per una soluzione condivisa, presentandolo come «radicato sul territorio e con esperienza e capacità per affrontare la sfida, non semplice, di ridare alla Regione lo stesso buongoverno che Meloni sta dando alla nazione insieme agli amici alleati». E le pressioni per farlo dimettere da viceministro e non farlo rientrare al governo in caso di sconfitta? «Puntiamo a vincere e quindi penso che questo problema non ci sarà», ha detto il generale, rinviando la valutazione ai vertici nazionali.  Ma inaugurando una linea più aggressiva del consueto «c’è una grandissima voglia di cambiare e di mandare a casa chi ha sfasciato la Campania che è De Luca e chi ieri lo criticava, Fico, che oggi chiede il suo appoggio. Avere un minimo di coerenza sarebbe dignitoso». 



















































Lega e Noi moderati approvano. Ma FI, forte di quel 31,4% di consenso azzurro raccolto da Occhiuto in Calabria, alza la voce. E se Maurizio Gasparri promette «valutazioni senza preclusioni», il coordinatore campano Fulvio Martusciello invita Cirielli a «chiedere scusa a Berlusconi per gli insulti riportati nel suo libro». Il suo vice Gianfranco Librandi insiste: «Anche se Cirielli è 1.000 chilometri sopra Fico, per noi di FI sarebbe meglio un civico», capace di attrarre i deluchiani delusi dall’alleanza con l’esponente del M5S. Cirielli si stupisce: «Alla prima riunione di venerdì scorso Tajani ha espresso parole lusinghiere nei miei confronti. I dubbi di FI mi hanno un po’ sorpreso». Fico gode e rimarca «i malumori» dicendo: «Commenterò quando sarà il candidato ufficiale». Intanto annuncia una lista a suo nome e una «valutazione in corso» sulle liste «pulite».

Salvini, come Maurizio Lupi, si dice «contento» di Cirielli. E rilancia: «A breve avremo anche il candidato di Veneto e Puglia». Ma se in Puglia la partita sembra chiusa a favore del candidato di area FI, Luigi Lobuono, in Veneto è apertissima. Salvini spera di piazzare Alberto Stefani, ma FdI propone ancora Raffaele Speranzon o Luca De Carlo. E non indietreggerà senza garanzie sulla presidenza della Lombardia. A Massimiliano Romeo, secondo l’Agi, è stato chiesto di dire pubblicamente che il candidato lombardo sarà espresso dal «partito egemone». Lui non l’ha fatto.

Ieri Salvini è stato contestato duramente a Livorno da manifestanti che gridavano «Siamo tutti antifascisti»: «Siete fascisti rossi. Gli ultimi rimasti», ha detto il leader leghista. Al termine degli scontri che hanno preso di mira anche un evento di FI, due arresti. «Pochi», ha commentato ancora Salvini.


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7 ottobre 2025 ( modifica il 7 ottobre 2025 | 22:22)