di
Gian Guido Vecchi
L’ambasciata diffonde una nota su X che segnala una nuova tensione tra Israele e il Vaticano, tensione peraltro mai sopita negli ultimi due anni. Papa Leone: «Il cardinale ha espresso bene l’opinione della Santa Sede»
«La recente intervista al Cardinale Parolin, sebbene sicuramente ben intenzionata, rischia di minare gli sforzi per porre fine alla guerra a Gaza e contrastare il crescente antisemitismo».
Il tono della nota diffusa attraverso il social «X» dall’ambasciata israeliana presso la Santa Sede, seppure mitigato dal linguaggio diplomatico, segnala una nuova tensione tra Israele e il Vaticano, tensione peraltro mai sopita e ricorrente negli ultimi due anni.
«Preferisco non commentare», ha poi detto Papa Leone uscendo dalla sede vaticana di Castel Gandolfo, «ma il cardinale ha espresso l’opinione della Santa Sede». Il Pontefice ha anche detto che «l’esistenza – non so se sono in aumento – degli atti di antisemitismo, è veramente preoccupante. Bisogna annunciare la pace, il rispetto della dignità di tutte le persone».
Il Segretario di Stato del Papa, parlando ai media vaticani, aveva osservato che «qualunque piano che coinvolga il popolo palestinese nelle decisioni sul proprio futuro e permetta di finire questa strage, liberando gli ostaggi e fermando l’uccisione quotidiana di centinaia di persone, è da accogliere e sostenere».
Il cardinale Pietro Parolin, ricordando la strage compiuta da Hamas il 7 ottobre 2023, aveva peraltro premesso: «L’attacco terroristico compiuto da Hamas e da altre milizie contro migliaia di israeliani e di migranti residenti, molti dei quali civili, che stavano per celebrare il giorno della Simchat Torah, a conclusione della settimana della festa di Sukkot, è stato disumano ed è ingiustificabile. La brutale violenza perpetrata nei confronti di bambini, donne, giovani, anziani, non può avere alcuna giustificazione. È stato un massacro indegno e – ripeto – disumano».
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Quindi aveva aggiunto: «È diritto di chi è attaccato difendersi, ma anche la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità. Purtroppo, la guerra che ne è scaturita ha avuto conseguenze disastrose e disumane. Mi colpisce e mi affligge il conteggio quotidiano dei morti in Palestina, decine, anzi a volte centinaia al giorno, tantissimi bambini la cui unica colpa sembra essere quella di essere nati lì: rischiamo di assuefarci a questa carneficina! È inaccettabile e ingiustificabile ridurre le persone umane a mere “vittime collaterali”».
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La posizione dell’ambasciata israeliana
Secondo l’ambasciata israeliana, il Segretario di Stato Vaticano «si concentra sulla critica a Israele, trascurando il continuo rifiuto di Hamas di rilasciare gli ostaggi o di porre fine alla violenza».
La nota aggiunge: «Ciò che più preoccupa è l’uso problematico dell’equivalenza morale laddove non è pertinente. Ad esempio, l’applicazione del termine “massacro” sia all’attacco genocida di Hamas del 7 ottobre sia al legittimo diritto di Israele all’autodifesa. Non esiste equivalenza morale tra uno Stato democratico che protegge i propri cittadini e un’organizzazione terroristica intenzionata a ucciderli. Ci auguriamo che le dichiarazioni future riflettano questa importante distinzione».
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7 ottobre 2025 ( modifica il 7 ottobre 2025 | 16:58)
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