“Lele non avrebbe approvato una manifestazione di tale tenore, il 7 ottobre, nel giorno del ricordo del più violento pogrom antisemita dopo la Shoah”: la famiglia Luzzati, erede del grande pittore genovese di origini ebraiche, interviene in un post sui social, nella polemica che sta accompagnando l’arrivo a Genova di Francesca Albanese, la relatrice speciale alle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati.
L’incidente diplomatico è scoppiato quando è stata resa nota la data dell’incontro con Albanese, promosso da Defence for Children, Amnesty International Italia, Anpi e Giuristi Democratici, con il supporto del Comune di Genova: la coincidenza con il 7 ottobre, giorno dell’anniversario del tragico attacco terroristico di Hamas a Israele, nel 2023, con 1200 morti e 250 ostaggi (dei quali ancora 48 sono nelle mani di Hamas, di cui presumibilmente solo 20 vivi). Per questo, anche se non ufficialmente, è stata modificata la sede dell’incontro di Albanese con la cittadinanza, da Palazzo Ducale, dove inizialmente era stato convocato, a un contesto meno ufficiale, per cui l’iniziativa, confermata, è stata trasferita ai giardini Luzzati, intitolati al pittore. Proprio per questo la famiglia ha deciso di dichiarare il proprio disagio, chiarendo però che sarebbe stato auspicabile soltanto un cambio di data, né la cancellazione di un evento pubblico, né il trasferimento da un luogo all’altro, sottolineano i familiari del grande artista.
Il pittore Lele Luzzati (1921-2007)
“La famiglia di Lele Luzzati disapprova la messa a disposizione alla signora Albanese della location intitolata al loro familiare (sappiamo benissimo che è un luogo pubblico) nella giornata odierna – scrive la famiglia Luzzati – Lele Luzzati, uomo di sinistra, pacifista, la cui sorella aveva dovuto fuggire dall’Italia per le leggi razziste del 1938, e i cui nipoti vivono in un kibbutz a ridosso della cittadina di Sderot, colpita dai missili di questa guerra, non avrebbe senz’altro approvato una manifestazione di tale tenore nel giorno del ricordo del più violento pogrom antisemita dopo la Shoah”. I giardini Luzzati sono da sempre un luogo di diritti, di inclusione e di pace, sede del Village del Pride di Genova ed è la prima volta che la famiglia sente la necessità di prendere le distanze da come avvenga l’utilizzo dello spazio.
Già subito dopo la diffusione del comunicato stampa che invitava la cittadinanza all’incontro con Francesca Albanese, la comunità ebraica di Genova, attraverso le parole della sua presidente Raffaella Petraroli Luzzati, si era definita “sconcertata per la concomitanza dell’evento organizzato con Francesca Albanese e la tragica ricorrenza dell’attacco del 7 ottobre”.
La replica dei Giardini Luzzati
Nel tardo pomeriggio i gestori dello spazio comune “Giardini Luzzati” sulla loro pagina Facebook hanno pubblicato un post che risponde anche alle parole dei familiari dell’artista: “Apprendiamo e rispettiamo le tante opinioni diverse che ci hanno raggiunto in queste ore, comprese quelle relative a una presunta incongruenza tra questo incontro e le origini ebraiche di Emanuele Luzzati, cui è intitolata la piazza che tanto amiamo. Riteniamo che la cultura pacifista e antimilitarista del grande artista, la sua spinta visionaria e creativa per immaginare mondi di colore, siano da sempre un riferimento costante per la nostra attività culturale”.