In un’Italia dove il gioco d’azzardo continua a essere un fenomeno diffuso e complesso, il Friuli Venezia Giulia si distingue come una delle regioni meno esposte al rischio ludopatia. A dirlo è il nuovo indice regionale di rischio ludopatia elaborato da Imco, basato su dati ufficiali di Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Ministero della Salute e Federconsumatori.
Lo studio fotografa un Paese spaccato in due: da un lato regioni come Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia, dove il rischio è alto e la spesa pro capite supera i 2mila euro l’anno; dall’altro, aree dove il fenomeno è più contenuto, come Molise, Basilicata, Valle d’Aosta e, appunto, Friuli Venezia Giulia.
Il quadro in Friuli Venezia Giulia
Nel 2024, la spesa media pro capite in regione si è attestata attorno ai 500 euro l’anno, la più bassa del Nord Est e una delle più contenute d’Italia. La prevalenza di gioco problematico (Gap) è stimata all’1,2%, contro il 2,2% del Veneto e il 2,6% dell’Emilia Romagna.
Sul territorio si contano 210 punti gioco ogni 100mila abitanti, un dato inferiore alla media del Nord ma comunque significativo, che riflette una rete presente ma non eccessiva. In regione operano 12 strutture di prevenzione e supporto, che contribuiscono a mantenere l’indice di rischio a 0,59, uno dei più bassi a livello nazionale.
Il confronto con le altre regioni
A guidare la classifica dei territori più esposti ci sono la Lombardia (indice 0,85) e la Campania (0,83), mentre il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia chiudono la parte bassa con valori inferiori a 0,6. Nel Nord Est, la nostra è la regione più “virtuosa”: spende meno, gioca meno e presenta meno casi di disturbo da gioco d’azzardo.
“Il gioco resta una realtà radicata e complessa”
“La lettura dei dati consente di capire meglio i fattori che determinano le diverse esposizioni al rischio — spiega Claudio Poggi, esperto di Imco — e mette in evidenza come prevenzione e supporto possano ridurre gli effetti del gioco patologico. Il gioco resta una realtà radicata e complessa: affrontarlo con responsabilità, da parte dei cittadini e delle istituzioni, è l’unico modo per mantenerlo entro i confini di un’attività consapevole e sicura.” Lo studio Imco sottolinea però un punto critico: i dati considerano solo i punti gioco fisici, escludendo l’azzardo online, che con la sua disponibilità continua potrebbe far crescere il rischio anche in territori oggi meno esposti.