Il presidente del Catania e del club australiano: «Il cellulare non fa che squillare, amici e conoscenti mi fanno la stessa domanda. “Con i biglietti ci aiuti tu?”»

«Il cellulare non fa che squillare, amici e conoscenti mi fanno la stessa domanda. “Con i biglietti ci aiuti tu?”. Portare Milan-Como a Perth è stato un grandissimo colpo». Rosario Pelligra — 47 anni — parla due lingue, inglese e un italiano con forte accento siciliano. Suo nonno e suo zio Frank sono emigrati in Australia nel 1960 e lì hanno costruito l’azienda edile di famiglia, Pelligra Group. Da una parte la costruzione e il recupero di ospedali, alberghi, edifici e interi quartieri; dall’altra il Catania e il Perth Glory, squadre di cui Rosario è il presidente.
Milan-Como si giocherà a casa sua.
«Qui impazziscono per il soccer, l’immigrazione e le tante culture hanno aumentato la passione».
Che ci dice dello stadio della partita?
«L’Optus Stadium è il più grande della città, uno dei più moderni di tutta l’Australia. Ospita 60mila persone, tuttavia la capienza non basterà per accontentare tutti. In molti si stanno muovendo da Melbourne, Brisbane, Adelaide…».
Beh, non proprio dietro l’angolo…
«Gli australiani sono abituati a farsi 3, 4 o 5 ore di aereo, per loro sono nulla. Ma stanno già arrivando richieste anche da Indonesia e Cina. È un evento che coinvolgerà Asia e Oceania, uno spot internazionale incredibile per la Lega serie A».
Che rapporti ha con Milan e Como?
«Il Catania è in serie C, quindi non ho avuto ancora la possibilità di conoscere bene le due proprietà. Ma la partita a Perth sarà un’occasione per implementare le relazioni, in attesa di sfidarci presto in A».
Il giocatore del Milan che più le piace?
«Maignan, un fenomeno in porta e anche nel calciare il pallone».
Di Fabregas cosa ne pensa?
«La carriera da calciatore lo porterà a essere un grande allenatore, uno da top club».
Per il suo Catania ha scelto Domenico Toscano, 5 promozioni dalla C in carriera.
«Sono molto fiducioso, siamo terzi appena dietro a Salernitana e Benevento. Dopo un grande inizio siamo stati penalizzati da qualche infortunio, ma ora stiamo bene e vogliamo tornare al vertice».
Il sogno da presidente?
«Portare il Catania in A e nelle coppe europee, ma soprattutto poter dare ai bambini e alle bambine della città strutture adeguate che possano allontanarli dalla strada e affidarli al calcio, grande scuola di vita».
Perché proprio il Catania?
«Da piccolo, anche se da lontano, lo seguivo con i miei nonni siciliani. Mi ha sempre fatto battere il cuore e sudare le mani. Nel 2022, nei giorni del fallimento, mi è bastato vedere alcuni video della squadra e dei tifosi. In un minuto ho presentato l’offerta. Questa è casa mia».
Oggi guida l’azienda di famiglia.
«Ma sono partito dal basso. Idraulico, elettricista, ingegnere… ho 12 specializzazioni nell’edilizia. Tutti i miei sogni li trasformo in realtà con il lavoro. Non mi fermo finché non li realizzo».



















































8 ottobre 2025 ( modifica il 8 ottobre 2025 | 07:10)