Dopo l’estate superata anche da Red Bull e Mercedes nella classifica Costruttori. E le divisioni interne nel team aumentano. Leclerc: “Sembriamo quasi passeggeri della macchina”
Giornalista
8 ottobre 2025 (modifica alle 11:01) – MILANO
A Budapest, nell’ultimo fine settimana di Formula 1 prima della pausa estiva, il team principal Fred Vasseur aveva festeggiato il rinnovo con la squadra di Maranello guardando con ottimismo alla ripresa di settembre e aspirando a «vincere delle gare entro la fine dell’anno» per chiudere la stagione in un trend positivo, in crescita rispetto alle difficoltà di inizio campionato. La certezza, con zero successi conquistati fino a quel momento, sembrava essere una: un secondo posto nel Mondiale Costruttori da consolidare, alle spalle di un’imprendibile e imbattibile McLaren.
numeri—
Settembre ha però portato con sé ben altre evidenze. Dalla ripresa di Zandvoort, in quattro GP totali disputati, la Ferrari ha ottenuto solo 38 punti complessivi, risultando quarta forza alle spalle di Red Bull, la migliore nella ripresa con 96 punti, McLaren con 91 e Mercedes con 89. Un bilancio sportivamente drammatico che ha fatto scivolare la Rossa al terzo posto nel Costruttori, perdendo il secondo a favore del team di Toto Wolff, mentre Red Bull si avvicina pericolosamente a solo otto lunghezze di distacco. Una parabola decrescente per la Ferrari che va in netto contrasto con le aspettative di metà campionato, dove l’arrivo della nuova attesissima sospensione sembrava dover risolvere parte dei problemi strutturali della SF-25 e guidare il progetto verso i primi successi in pista. I problemi però non solo non sono scomparsi ma, al contrario, dal rientro post estate la Ferrari non è più salita sul podio di un GP. E mentre gli avversari diretti, Mercedes e Red Bull, sono riusciti a massimizzare i risultati e migliorare nella seconda parte del campionato, con il team di Max Verstappen addirittura tornato in corsa per il titolo Piloti, la Ferrari naviga in acque agitate, in pista e non solo.
negazione—
Un’evidenza che il team principal continua a negare, relegando a problemi isolati i risultati deludenti dei weekend di gara: “È frustrante che negli ultimi due weekend, a Baku e poi a Singapore, non siamo riusciti a estrarre il massimo potenziale dalla macchina” ha detto Vasseur, convinto che le basi tecniche per poter lottare ai piani alti della classifica ci siano. Nella stessa direzione sembra, in questo momento, andare Lewis Hamilton che al termine del weekend di Singapore ha utilizzato i propri canali social per condividere un lungo messaggio motivazionale: “I titoli dei media raccontano solo una parte della storia, quella in cui le cose non vanno per il verso giusto. Ma ciò su cui mi sono concentrato negli ultimi mesi è l’altra storia. Quella che parla di come questa squadra reagisce quando qualcosa va storto”.
futuro—
Parole che vanno però in contrasto con quelle di Charles Leclerc. La voce del monegasco, arrivato al suo settimo anno in rosso, è apparsa come la più realista della squadra nel corso delle ultime settimane: “La Red Bull ha fatto un passo avanti ed è salita allo stesso livello della McLaren. Ora anche la Mercedes è sullo stesso livello di McLaren e Red Bull, e poi ci siamo noi. Sembra quasi che siamo passeggeri della macchina e non riusciamo a tirarne fuori molto di più”. Dichiarazioni che fanno emergere un quadro scoraggiante dell’intero ambiente di Maranello, soprattutto in prospettiva 2026: la mancanza di un piano unitario non aiuta, mentre nel team scricchiolano i rapporti fra i vari reparti della Gestione Sportiva. La pazienza del sognatore Leclerc potrebbe finire presto, così come quella di un Hamilton il cui tempo in Formula 1, a 40 anni, non può essere infinito. Vincere nel 2026 è l’unica cura possibile a una crisi che appare infinita. Prima però servirà cercare di non chiudere la stagione come quarta forza di un Mondiale iniziato con sogni di successo iridato.
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