Tre giorni di passione: oggi, domani e dopodomani. Praticamente un unicum – eccezion fatta per Sanremo – nella storia della tv italiana. Temptation Island, il reality sulle coppie scoppiate di Canale 5, condotto da Filippo Bisciglia, si avvia alla conclusione. E lo fa con tre prime serate, una di fila all’altra, che le assegnano definitivamente lo status di “grande evento”. A parlare sono i numeri, che non danno tregua alla concorrenza: per la puntata di giovedì scorso 30% di share e 3.851.000 telespettatori, con picchi rispettivamente del 39.1% di share e di 4.474.000 teste. Ma soprattutto, a parlare (del programma) è la gente. Sui social, dove l’hashtag #TemptationIsland dilaga, e nelle case – con particolare apprezzamento dei giovanissimi (49.15% di share tra i 15-34enni). Quelli che, in teoria, la televisione non sanno nemmeno come si accenda.
Il segreto – Le ragioni del successo? Più d’una. In un’epoca in cui i tradimenti dei più o meno famosi si consumano alla luce dei social – dal triangolo Bova/Morales/Ceretti alla faida Totti e Ilary, dalla saga dei Ferragnez agli amanti “pizzicati” dalla kiss-cam dei Coldplay – Temptation Island diventa il caso dell’estate mostrando il “dietro le quinte del tradimento”. Quello che, anche in un mondo iper-esposto come il nostro, rimane nel privato: il confronto – espresso nella trasmissione dal momento del “falò”, in cui le coppie si rivedono dopo essere state separate e tentate dai single – tra il tradito e il (presunto?) traditore.
«Il falò fa entrare lo spettatore nella stanza di una seduta di terapia di coppia, per quanto in una dimensione spettacolarizzata», spiega il dottor Antonio Protopapa, terapeuta di coppia e familiare. «Guardare come si comportano in quel contesto aiuta anche noi: è una specie di “educazione sentimentale della coppia”». Anche perché, spiega il terapeuta, «non sempre le persone arrivano a confrontarsi apertamente, come accade nei falò di Temptation Island. C’è chi preferisce ricorrere al ghosting (la sparizione ingiustificata, ndr) o chi entra in crisi perché ha intercettato un messaggino ambiguo. E la crisi incrina il rapporto. Il tradimento è un messaggio forte e chiaro. Ci dice che il vaso è rotto».
Come si rimettano insieme i cocci del vaso, ammesso che sia ancora possibile farlo, è la parte più interessante del gioco. Sappiamo tutto dei tradimenti vip (gli audiomessaggi di Bova a Ceretti; il libro e il “ film verità” di Blasi sull’ex marito Totti), ma come le coppie abbiano gestito la crisi resta, giustamente, un loro fatto privato.
La disperazione – Qui, no: lei (o lui) tradisce, l’altro assiste al tradimento, per tutto il resto – recriminazioni, scuse, accuse – c’è il falò di confronto. In pubblico. «Il segreto di questo programma? Nessun segreto. La gente guarda Temptation Island perché siamo disperati. Le guerre, i dazi: abbiamo bisogno semplicemente di evasione», taglia corto lo psichiatra, sociologo e scrittore Paolo Crepet. Eppure Temptation Island, col suo meccanismo semplice e fatale, ha vinto l’estate televisiva italiana. «Lo guarda anche una quota pazzesca di laureati: l’elite non lo dice, ma lo guarda», riflette il giornalista e sondaggista pubblicitario Klaus Davi. «Alla fine Maria De Filippi e la Fascino (produttrice del reality, ndr)sono riusciti a trasformare il genere reality, approfittando della presa di coscienza dei partecipanti. Le coppie scelgono di mettersi in scena e di mettere in gioco i loro sentimenti. Nell’Isola dei famosi e nel Grande Fratello la narrazione sentimentale c’era, ma maturava là dentro. Qui invece le coppie arrivano con un legame vero, reale. Se tutto fosse manipolato non ci sarebbe il consenso».
Il fuoco – Il falò, in questa lettura, «è un’evoluzione estrema del confessionale, un fuoco tribale davanti al quale ci si confessa davanti alla tribù televisiva. Funziona la sincerità di queste persone e l’immediatezza, il loro dolore la delusione, il rammarico. Il senso del pudore salta. Anche se alla fine, di cose estreme, non ce ne sono mai». Funziona, naturalmente, «anche un po’ di sadismo. E la celebrazione dell’estate: in fondo non è altro che una bella cartolina tv».
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