Nel 2025, le mestruazioni dovrebbero essere la cosa più normale del mondo. Eppure, nonostante hashtag, body positivity e campagne di empowerment, il ciclo continua a essere vissuto con disagio. Lo si nasconde, lo si sussurra, lo si giustifica. Per molte, spesso le più giovani, resta ancora un motivo per dire di no: a un appuntamento con le amiche, a una giornata di sport, perfino a un esame a scuola.

Gestione del ciclo mestruale fuori casa: quanto ancora rinunciamo alle cose?

Secondo una ricerca condotta da mUp Research per Initial, azienda leader nei servizi per l’igiene e il benessere fuori casa, il 37% delle donne ha rinunciato almeno una volta a un impegno privato o professionale per paura di non avere con sé una protezione adeguata. La percentuale sale al 45% tra le ragazze della Gen Z, segno che la libertà di parlarne non sempre coincide con la possibilità di viverlo senza ostacoli concreti. Non si tratta solo di linguaggio o di imbarazzo: spesso è la mancanza di servizi adeguati a rendere il ciclo un limite vero e proprio. Nelle scuole, per esempio, una studentessa su tre teme di non avere assorbenti a sufficienza e il 39% trova ancora imbarazzante dover chiedere il permesso all’insegnante per andare in bagno. Queste cose raccontano quanto la normalità del corpo femminile sia ancora soggetta a regole e silenzi.

Lo stesso vale nello sport: una donna su due ha ammesso di aver rinunciato ad attività fisiche o ricreative per mancanza di spazi adeguati o di assorbenti disponibili. Un dato che tocca il 61% nella fascia più giovane, anche questo segno che la “liberazione mestruale” è ancora in fase di lavorazione.

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Jena Ardell//Getty Images

Leggi anche…Come rendere la gestione del ciclo mestruale fuori casa più accessibile e inclusiva?

In questo contesto nasce Dignity, il progetto con cui Initial punta a rendere la gestione del ciclo mestruale più accessibile, inclusiva e soprattutto libera da imbarazzi. «Dignity nasce proprio per accompagnare ogni donna ciclo dopo ciclo, nelle diverse fasi della sua quotidianità, con l’obiettivo di abbattere barriere culturali ancora diffuse», spiega Maria Francesca Torriani, Marketing & Sales Excellence Manager di Initial Italia.

Il servizio consiste in un sistema di dispenser di assorbenti installati in scuole, aziende, palestre e luoghi pubblici. Un gesto semplice ma rivoluzionario, perché garantire l’accesso gratuito a un bene essenziale significa tutelare non solo la salute fisica e mentale delle donne, ma anche la loro libertà di movimento, la continuità scolastica e lavorativa e in definitiva l’uguaglianza.

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Mi piace ricercare e sperimentare, lo faccio da sempre attraverso il beauty, ma soprattutto la scrittura. Di solito per descrivermi lascio parlare la mia carta astrale: sole in Capricorno, luna e ascendente in Aquario. Tre cose su di me: sono cresciuta innamorandomi della letteratura, ma sogno ancora di fare l’attrice e ogni tanto dico in giro di esserlo. Persona preferita: Audre Lorde.