Il partner operativo di RedBird e super consulente del club rossonero parla in occasione della due giorni dell’assemblea dell’Eca a Roma: “Mi manca l’adrenalina di quando giocavo, perciò vado ogni giorno in palestra”


Marco Iaria

Giornalista

8 ottobre 2025 (modifica alle 11:30) – ROMA

“Ricordo la prima volta che ho letto il mio nome sulla Gazzetta, che era ed è un’icona per me. Ero da poco arrivato alla Juve, a colazione salutai Capello ma lui non alzò gli occhi dal giornale. Non rispondendomi mi fa fatto capire come si ottiene il rispetto del gruppo”. Così Zlatan Ibrahimovic, ospite d’eccezione del Football Leaders Forum, nella due giorni dell’assemblea Eca (il nuovo nome è Efc) a Roma. L’ex calciatore, attuale partner operativo di RedBird e super consulente del Milan, ha spaziato tra passato e presente.

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Ha ricordato quando, da giovane stella dell’Ajax, sbarcò nella Serie A, “il campionato più importante del mondo in cui giocavano campioni che io avevo visto solo alla Playstation”. E ha rivelato che, a un certo punto, avrebbe potuto trasferirsi in un’altra squadra italiana, “ma non faccio il nome sennò si arrabbia un mio amico che è dell’altra squadra della stessa città e mi deve dare un passaggio”. Tolte Juve, Milan e Inter, e guardando alle città con due top club, resterebbe la Roma.

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Lo svedese plaude alla nuova Champions riformata l’anno scorso con 36 squadre in un girone unico: “È straordinaria, anche i club più piccoli si divertono. Bisogna entrarci però. Troppe partite? I giocatori vogliono giocare il maggior numero di gare, e le rose a 25 consentono le rotazioni. E poi i tifosi vogliono vedere le partite, non gli allenamenti. Finché il calendario è gestibile e viene garantita la salute degli atleti, va bene così”. Pollice su anche alla Var: “Ben venga se aiuta gli arbitri. L’importante è usarla bene e che non si perda troppo tempo”. Ibra ha anche fatto un cenno al suo nuovo ruolo: “Do una mano a un ottimo team. Certo, non mi viene la stessa adrenalina di quando giocavo. Ecco perché vado ogni giorno in palestra. Ma imparo tanto in questa nuova veste”. Pillole finali. “Gli allenatori che avrei voluto avere? Ferguson e Klopp. Chi vince il Mondiale 2026? Spero il Brasile del mio amico Ancelotti. Ha un tocco magico che può trasformare in oro anche il Brasile”.