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OpenAI ha annunciato un nuovo sistema per usare le applicazioni all’interno di ChatGPT, il suo famoso chatbot basato su sistemi di intelligenza artificiale. Con la nuova opzione si può per esempio chiamare l’app di Booking.com per cercare e prenotare un albergo, oppure si può attivare quella di Spotify per creare una playlist sulla base delle proprie richieste. OpenAI spera in questo modo di attirare più utenti e mantenerli più a lungo all’interno dei propri servizi, ma per ora il sistema non sarà disponibile nell’Unione Europea per motivi di privacy.
La novità è stata annunciata lunedì nel corso del “DevDay 2025”, la serie di incontri organizzati dalla società a San Francisco (California) per presentare le ultime innovazioni legate ai suoi software. Sam Altman, il CEO di OpenAI, ha detto che grazie al coinvolgimento di chi sviluppa le applicazioni, il nuovo sistema «consentirà di avere una nuova generazione di app interattive, adattive e personalizzate, con le quali potrete chattare».
In precedenza una soluzione simile era disponibile in uno store separato, che consentiva di scegliere delle estensioni da usare con ChatGPT. La nuova funzione è invece integrata direttamente all’interno del chatbot, che a seconda delle conversazioni e delle richieste suggerirà di attivare un’app per svolgere una ricerca o un compito specifico. L’idea è che inserendo una frase come “Ho bisogno di un hotel economico a Parigi vicino all’Opera per il 3 novembre”, ChatGPT proponga di attivare l’app di Booking.com e di accedere alle informazioni del servizio per fare proposte, confrontare i prezzi e le disponibilità, senza abbandonare il chatbot.
A seconda del modo in cui saranno sviluppate, le applicazioni potranno mostrare anche un’interfaccia grafica più elaborata rispetto al semplice testo, semplificando l’uso di alcune opzioni. Gli utenti già iscritti a un servizio potranno inoltre fare login, come farebbero sulla app separata di quello stesso servizio, e usare le informazioni contenute nei loro account.
Il nuovo sistema dovrebbe offrire a OpenAI nuove possibilità di ricavo, sia tramite gli accordi commerciali con i gestori di alcune delle app più grandi, sia attraverso lo sviluppo di un sistema di pagamento elettronico gestito direttamente dalla società. Il servizio, che si chiama Instant Checkout, sarà integrato all’interno delle app tramite le quali si possono fare acquisti, ha spiegato Altman durante la presentazione di lunedì.
Altman non ha però dato molte altre informazioni su alcuni aspetti che potrebbero condizionare la diffusione delle app su ChatGPT. Non è per esempio chiaro che cosa farà il chatbot nel caso in cui ci siano più app concorrenti che offrono servizi simili, né come saranno gestiti i dati inseriti dagli utenti. OpenAI non ha spiegato inoltre quali informazioni saranno fornite alle app, rispetto alle conversazioni che si hanno solitamente su ChatGPT. La mancanza di chiarezza su questi aspetti è stato probabilmente uno dei motivi che hanno indotto la società a escludere per ora dal nuovo servizio l’Unione Europea, dove le norme sulla privacy sono più rigide che nella maggior parte degli altri paesi, in attesa di valutazioni più chiare sulle implicazioni per gli utenti.
Soprattutto nell’ultimo anno OpenAI ha promosso nuovi sistemi per rendere ChatGPT più redditizio, cercando di non turbare la sua crescita e la sua diffusione tra le centinaia di milioni di persone che lo usano ormai almeno una volta a settimana. La società sta inoltre lavorando con Jony Ive, il famoso designer di Apple che ebbe un ruolo centrale nello sviluppo dei primi iPhone, per creare un dispositivo che superi il concetto di smartphone sfruttando i sistemi di intelligenza artificiale. C’è grande attesa per gli esiti di questa collaborazione, ma Altman ha detto che sarà necessario del tempo prima di avere un prodotto nuovo, a conferma delle notizie circolate negli ultimi mesi sulla difficoltà nello sviluppare una soluzione convincente da mettere in vendita.