Jannik punta a confermarsi campione nella stellare esibizione, presenti anche Alcaraz e Djokovic. Tutto quello che c’è da sapere sull’Arabia felice del tennis
Giornalista
8 ottobre – 16:49 – MILANO
Tra una settimana il tennis mondiale si ferma ancora una volta in Arabia Saudita per il Six Kings Slam. In campo ci saranno Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Alexander Zverev, Taylor Fritz e Stefanos Tsitsipas (subentrato all’ultimo minuto a Jack Draper, fermato da un infortunio). Sei nomi, sei re, sei gettoni da un milione e mezzo e un maxipremio finale: è il nuovo show del tennis, versione saudita, dove tutto è misurabile col denaro.
dove e quando—
Si gioca all’Anb Arena di Riad (8000 posti), il palazzetto ribattezzato così dopo l’accordo di naming rights con Arab National Bank. L’evento rientra nel cartellone della Riad Season, il maxi-festival di intrattenimento creato dal General Entertainment Authority (Gea). In calendario dal 15 al 18 ottobre 2025, con il 17 come giorno di riposo per rispettare le regole Atp sulle esibizioni, promette ancora una volta 6 milioni di dollari per chi alza il trofeo, record assoluto per un’esibizione.
sinner campione uscente—
A difendere il titolo c’è Jannik Sinner, trionfatore della prima edizione nel 2024 dopo aver battuto Alcaraz in finale (6-7 6-3 6-3). Un successo che, tra l’altro, gli valse l’assegno più alto mai incassato per un singolo evento non ufficiale. “Sono venuto qui per la sfida con i più forti”, disse allora Sinner. Alcaraz, più diretto, ammise: “Certo che anche il montepremi conta, ma confrontarsi con i migliori è sempre interessante”. Due battute che raccontano la doppia anima del Six Kings Slam: da un lato l’esibizione di lusso, dall’altro la voglia dei campioni di misurarsi davvero. Jannik arriverà dopo un periodo di riposo seguito al ritiro per crampi di Shanghai, Carlos a Shanghai non ha mai messo piede, preferendo un periodo più lungo di riposo dopo la vittoria del titolo da 500 a Tokyo.
esclusiva netflix—
La novità del 2025 è la trasmissione in esclusiva mondiale su Netflix, una mossa che porta il tennis saudita nel grande circuito dell’intrattenimento globale. Non è solo un torneo, ma una produzione televisiva planetaria: regia cinematografica, pubblico internazionale, marketing da Super Bowl. Dietro ai riflettori c’è una strategia precisa. Il Six Kings Slam è solo la punta dell’iceberg di un progetto che rientra nella Vision 2030 del principe ereditario Mohammed bin Salman: diversificare l’economia, attrarre turismo e costruire un’immagine moderna del Paese. Il tennis, elegante, internazionale, adatto alle famiglie, è la chiave perfetta.
investimenti e prospettive—
Negli ultimi due anni la Saudi Tennis Federation (Stf) ha lanciato il programma “Tennis For All”, portando il gioco in oltre 200 scuole nel 2024, con l’obiettivo di arrivare a 400 nel 2025 e un milione di praticanti entro il 2030. Il circuito locale cresce, nascono club e tornei nazionali, mentre a livello internazionale la presenza saudita si fa sempre più pervasiva: Next Gen Atp Finals a Gedda fino al 2027, Wta Finals a Riad (dal 2024 al 2026, con 15,25 milioni di dollari di montepremi, record per l’evento) e partnership strategiche con i due tour mondiali. Il Public Investment Fund è ormai onnipresente: main partner dell’Atp, naming sponsor delle Pif Atp Rankings, e dal 2024 anche primo naming partner della classifica WTA. Nel 2025 ha presentato con l’Atp il progetto “Tennis IQ”, piattaforma digitale per l’analisi dati e la formazione, segno che l’investimento non è solo di facciata, ma anche tecnologico e infrastrutturale. Il movimento saudita ha anche volti e ambasciatori: Rafael Nadal è “ambassador” ufficiale della Saudi Tennis Federation dal gennaio 2024, impegnato in progetti di base e accademie giovanili. Matteo Berrettini è testimonial del Pif, con focus su inclusione e sviluppo dei giovani. Paula Badosa si è unita nel 2025 al gruppo di ambasciatori, mentre Ons Jabeur è legata al brand Kayanee, società del Pif dedicata all’empowerment femminile. Tutti segnali di una strategia d’immagine ampia, che punta a legittimare la presenza saudita nel circuito mondiale.
luci e ombre—
Non è un caso, dunque, che l’Arabia Saudita si stia proponendo come nuovo hub del tennis tra ottobre e dicembre, periodo tradizionalmente “vuoto” nel calendario. In pochi mesi, Riad e Gedda sono diventate sedi di tre eventi globali: l’esibizione dei top player (Six Kings Slam), le Finals femminili e il torneo Next Gen maschile. Una filiera completa, dalla base all’élite, nell’attesa dell’agognato grande torneo, probabilmente un Masters 1000 che potrebbe essere organizzato a gennaio nei prossimi anni. Certo, non mancano le ombre. La scelta della Wta di portare le Finals a Riad ha suscitato polemiche: diverse giocatrici hanno espresso dubbi per i temi legati ai diritti umani e alla condizione femminile, mentre altre – come Coco Gauff – hanno parlato di “un’opportunità per aprire porte”. La Wta stessa, nel comunicato ufficiale, ha riconosciuto che “restano grandi questioni”, ma ha sostenuto che la collaborazione “può essere un motore di cambiamento positivo”. Nel frattempo, però, il progetto saudita avanza compatto. Il Paese è riuscito a trasformare quello che era un mercato marginale in una piattaforma di attrazione globale per atleti, sponsor e media. Dal 2023 a oggi, ha costruito un ecosistema tennistico integrato: infrastrutture, tornei, scuola, ambasciatori, accordi con i tour, visibilità planetaria.
una porta per il futuro—
E così il Six Kings Slam diventa il simbolo perfetto di questa nuova geografia sportiva. È spettacolo, ma anche geopolitica; è business, ma anche vetrina di modernità. Il tennis, sport di élite e di classe, parla arabo e si veste d’oro. E mentre Sinner, Djokovic e Alcaraz si preparano a scendere in campo per un assegno da sei milioni (anche se pare che quest’anno potrebbero essere di più), a Riad si gioca la partita per il futuro del tennis mondiale.
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