Non è un addio triste, ma una vera e propria festa.
Il rugby femminile italiano saluta una delle sue guerriere più vere: Ilaria Arrighetti ha annunciato che lascia la maglia Azzurra. Dopo l’ultima apparizione al Mondiale 2025, la Terza Linea di Cernusco sul Naviglio torna definitivamente al suo club, lo Stade Rennais, chiudendo un capitolo straordinario fatto di 63 presenze in tredici anni di battaglie. Un percorso che va ben oltre i numeri. Ilaria, classe 1993, non è stata solo un punto di riferimento in campo, ma una vera forza nello spogliatoio. Il suo carattere deciso e combattivo è sempre venuto fuori, non solo nelle mischie più dure, ma anche quando ha dovuto affrontare gli ostacoli più grandi: gli infortuni.

La tenacia che fa la differenza
L’addio di Ilaria ci ricorda cos’è davvero il rugby: non mollare mai. Lo ha ripetuto spesso anche il CT Fabio Roselli durante l’ultimo Mondiale, definendo Arrighetti un elemento fondamentale per la sua capacità di rialzarsi, di lottare e di trascinare il gruppo nei momenti più difficili. Ogni volta che è caduta, fisicamente o emotivamente, è tornata più forte, trasformando la fatica in qualcosa di prezioso.
«Non solo i momenti belli, ma anche quelli più duri, come gli infortuni o i momenti negativi, sono stati parte del percorso. Alla fine non contano solo i numeri, ma le esperienze», ha raccontato Ilaria, spiegando come la Nazionale sia stata la sua “corsia preferenziale per crescere insieme ed esprimermi per come sono davvero”. Parole che mostrano il legame profondo tra l’atleta e la donna. Così come le parole scelte per il post che fece su facebook quando le Azzurre non riuscirono ad accedere ai quarti di finale al Mondiale:” CHE FIGATA! Nemmeno nelle mie ipotesi più nere mi sarei aspettata una fine così. La cosa meravigliosa è che c’è QUALCUNO che vince su tutto, anche su questo. « Aimée » come nel 2022. L’epilogo non scalfisce minimamente questo sorriso, certezza della figata che è la vita e della bellezza delle persone che essa mi mette davanti. Grazie perchè non mi fate restare in superficie ma, per quanto doloroso sia, mi fate andare a fondo e a braccetto affrontiamo le tempeste. Non vedo l’ora di vedere che figata sarà il futuro sicuramente all’altezza di questo meraviglioso passato.Compagnia = condividere il pane”.
L’orgoglio della maglia Azzurra
Dal suo esordio nel Sei Nazioni 2012 con la Scozia, fino all’ultima partita al Mondiale con la Francia, Ilaria è stata un punto di riferimento per compagne, staff e tifosi. Tre Mondiali, tredici Sei Nazioni, uno storico secondo posto nel 2019 e l’onore di indossare la fascia da Capitano con il Giappone nello stesso anno: il suo palmares Azzurro racconta tanto. Ma è l’emozione che prova ancora oggi a definire meglio il suo addio: «Quando c’è l’inno, quando scendi in campo con la maglia Azzurra, tutta la fatica fatta, tutto l’impegno e il duro lavoro trovano un senso».
Da rugbista a prof: inizia un nuovo capitolo
La storia di Ilaria dimostra che si può essere atleti di alto livello e costruirsi anche una carriera professionale. Mentre giocava come terza linea, in Francia si è costruita un futuro come professoressa di italiano a Rennes. «Per anni mi sono presentata dicendo che ero Ilaria Arrighetti, professoressa e rugbista per l’Italia. Ora dovrò trovare un altro modo», ha scherzato.
Adesso i tifosi guadagnano una fan accanita, che promette di seguire le Azzurre «forse con ancora più trasporto». La FIR, attraverso il Presidente Andrea Duodo, ha ringraziato l’atleta per il “contributo che persone come Ilaria hanno dato a tutto il movimento”, augurandole lo stesso successo e le stesse “caparbietà ed energia” nelle sfide che l’aspettano.
Il campo perde un pilastro, ma il rugby italiano guadagna una nuova leggenda che ha saputo incarnare, tra risate, lacrime e sudore, l’orgoglio di rappresentare l’Italia. E il suo ruggito da Terza Linea resterà a lungo nelle orecchie di chi indossa l’Azzurro.