Ora lo possiamo dire: il nuovo addio di Porsche Motorsport alla Classe Regina del FIA World Endurance Championship non è stato un fulmine a ciel sereno, almeno per chi segue in prima persona e frequenta dal vivo questo paddock.
Da troppo tempo circolavano le voci che la Casa di Stoccarda avrebbe interrotto ancora una volta il suo programma di prototipi, per il quale ha lavorato alacremente fin dal primo giorno nello sviluppo di una 963 LMDh tutt’altro che semplice da mettere a punto, come evidenziato nella stagione d’esordio 2023.
Nel 2024 le cose erano andate decisamente meglio, tanto che Kévin Estre, Laurens Vanthoor e André Lotterer avevano portato a casa il Mondiale Piloti, ma al di là dei risultati ottenuti in pista, qualche scricchiolio sull’impegno iridato cominciava già a sentirsi, anche con un titolo in bacheca.
Non è un segreto che nelle supreme stanze del FIA WEC e Automobile Club de l’Ouest i vertici del marchio tedesco avessero già iniziato – metaforicamente – a roteare i pugni invocando una maggior attenzione da parte di chi ha in gestione il campionato.
#6 Porsche Penske Motorsport Porsche 963: Kevin Estre, Laurens Vanthoor, Matt Campbell
Foto di: Andreas Beil
BoP e piattaforma unica sul banco degli imputati
Senza ovviamente mai nominarlo, rispettando giustamente il regolamento, il famigerato Balance of Performance era chiaramente il male principale, con il Vice Presidente del Motorsport, Thomas Laudenbach, che più e più volte si era lamentato di come venisse applicato.
La proposta messa sul tavolo da alcuni marchi concorrenti di levare il BoP e lasciare più libertà tecnica era stato respinto già nelle ultime due stagioni da Porsche, consapevole di avere una vettura sulla carta inferiore in partenza alle Hypercar.
Qui è doveroso ricordare che il problema, come già detto allo sfinimento, sta a monte: unire nella stessa categoria due concetti di prototipi totalmente diversi in termini di progettazione e investimenti, quali sono LMDh e LMH, avrebbe inevitabilmente portato a dissapori fra le varie parti in causa.
Ma Laudenbach, pur difendendo a ripetizione la presenza del BoP (che da alcuni può anche essere tirato in ballo come utilissima scusa per giustificare la poca competitività mostrata in pista), è da diverso tempo che aveva iniziato ad alzare la voce chiedendo lumi sul futuro della categoria, invocando una piattaforma unica per il domani.
Il duo WEC-ACO ha rimandato l’introduzione di nuove norme (continuando a perseguire la strada dell’idrogeno) al 2032, parlando invece di possibili revisioni di quelle attuali, come ad esempio una differente gestione dei sistemi ibridi sulle LMH rendendole più simili alle LMDh.
#5 Porsche Penske Motorsport Porsche 963: Julien Andlauer, Michael Christensen, Mathieu Jaminet
Foto di: Shameem Fahath
Il teatrino del tira e molla
E qui è iniziato il poco simpatico ‘balletto’ di Porsche, che da un lato è andata avanti a lamentarsi della mancanza di chiarezza sul futuro, ribadendolo in tutte le lingue e salse possibili, mentre dall’altro i vertici aziendali si stavano riorganizzando, col nuovo AD, Oliver Blume, che in luglio annunciava la riduzione della forza lavoro del 10% prima del 2029, sottolineando che le vendite di Porsche erano calate a 250.000 unità rispetto alle oltre 300.000 previste per il 2024.
Queste ultime hanno accusato soprattutto il poco successo delle vetture elettriche, ma in codesto ambito l’azienda prosegue a spingere e le prove stanno nella continua promozione dei mezzi tramite la pista, come confermano il rinnovato impegno in FIA Formula E o serie monomarca come la Taycan Rush che accompagna la Carrera Cup.
Perciò la conseguenza di quanto detto sopra ha portato a decisioni drastiche come la chiusura del programma WEC, che ovviamente è arrivata al punto ben anticipatamente rispetto all’annuncio di martedì 7 ottobre, dato che le ultime riunioni coi colleghi ed organizzatori del Mondiale andate in scena prima e dopo la tappa del Fuji di fine settembre.
E nella nota è davvero sibillino quanto detto dal membro del CDA, Michael Steiner: “Siamo molto dispiaciuti che, a causa delle circostanze attuali, non potremo continuare il nostro impegno nel WEC dopo questa stagione”.
‘Circostanze’, un termine senza una vera e propria definizione con esempi o spiegazioni, che sa molto di siluro sparato in direzione WEC-ACO, rei di non aver saputo dare risposte soddisfacenti alle questioni sollevate in più di una occasione. E arrivando a giustificare una riorganizzazione aziendale che mira a reinvestire, come detto, in Formula E, nella quale evidentemente Porsche crede fermamente, mentre pensando sempre al prodotto di serie, si porterà avanti la presenza delle 963 LMDh in IMSA per una questione di mercato, utilizzando un campionato che diventa strategico anche a livello sportivo.
#6 Porsche Penske Motorsport Porsche 963: Kevin Estre, Laurens Vanthoor, Matt Campbell, #5 Porsche Penske Motorsport Porsche 963: Julien Andlauer, Michael Christensen, Mathieu Jaminet
Foto di: Andreas Beil
Arrivederci, dove?
E così, dopo 3 anni e proprio come era accaduto nell’epoca LMP1 con la 919 Hybrid, la Porsche lascerà la massima serie di durata, almeno per quello che riguarda la categoria principale, mentre per quanto concerne il posto per le 911 in LMGT3 bisognerà valutare le richieste che perverranno, tenendo conto che la priorità viene data a chi ha una LMDh/LMH in HYPERCAR, ma anche che un prosieguo con le sue GT non dovrebbe togliere il posto ad altri, per ora.
Mentre lo stesso Laudenbach ribadisce che questo non è detto sia un addio, ma da considerare anche come un arrivederci, ci si inizia a chiedere cosa ne sarà di una eventuale richiesta di inviti per la 24h di Le Mans, che di fatto è quell’obiettivo da sempre messo nel mirino da Porsche, a caccia della 20a vittoria assoluta, mancata per tre anni di fila pur iscrivendo una terza 963 ufficiale.
La priorità sappiamo che è data agli iscritti WEC e tra questi nel 2026 entreranno le due Genesis LMDh, mentre a questo punto è lecito porsi dei dubbi sul continuo da parte di Proton Competition con la sua 963 privata, tenendo comunque presente che la squadra tedesca ha almeno anche un altro telaio a disposizione. Ma ora non più una assistenza garantita in loco tramite ricambi e ingegneri di supporto, che quindi andrebbe pagata e organizzata appositamente.
Senz’altro la presenza Porsche in griglia sul Circuit de la Sarthe darebbe ulteriore prestigio e varietà di marchi; vincere il titolo in IMSA garantirebbe un invito automatico, soluzione buona per evitare di dover presentare domande ai vertici di FIA WEC e ACO, i quali indubbiamente potranno avere il dente avvelenato dal comportamento di chi, per la seconda volta nel giro di pochi anni, gli ha voltato le spalle.
Fra l’altro col rischio che i titolari stagionali del Mondiale non gradiscano la presenza di chi potrebbe mettergli i bastoni fra le ruote.
#99 Proton Competition Porsche 963: Neel Jani, Nicolas Pino, Nicolas Varrone
Foto di: Andreas Beil
Allarmi su tutti i fronti
Adesso Porsche rischia la fuga di alcuni nomi pregiati del proprio roster come Matt Campbell (direzione McLaren) e Mathieu Jaminet (Genesis), con Antonio Félix Da Costa già accasatosi in Alpine. Occorre quindi riorganizzare l’ambiente gestendo per forza di cose alcuni scontenti potenzialmente declassati dal programma LMDh ed altri che non vedono sbocchi oltre le categoria GT, ma in questa storia sono più gli sconfitti che i vincitori.
Nonostante il Presidente ACO, Pierre Fillon, abbia affermato che il sistema del BoP verrà rivisto per il 2026, Porsche non ha avuto la pazienza di valutarne una eventuale bontà, risparmiando i soldi dell’iscrizione obbligatoria di due vetture, dando solamente una occasione alla serie d’oltre oceano nella quale ha dominato ad inizio anno in lungo e in largo, prima di vedere calare i propri risultati (ma ancora in lizza per la vittoria, vedremo come andrà la Petit Le Mans nel weekend).
La vera questione ora diventa scoprire quanto andranno avanti le 963 in IMSA dopo il 2026, ma soprattutto se questo non sia il primo vero segnale che qualcosa nel WEC vada rivisto a livello gestionale, e anche in fretta per non perdere altre pedine e non scontentare quelle in arrivo. Del resto, il primo a lanciare l’allarme fu il privatone Glickenhaus, che ancora molti giustamente rimpiangono, Vanwall e Isotta Fraschini ci hanno provato, Lamborghini ha dovuto lasciare anche per altri motivi, ma una quadra andrà trovata prima o poi.
“Non possiamo dire altro che siamo molto dispiaciuti che Porsche non sia più parte della griglia HYPERCAR del FIA WEC nel 2026. E’ un marchio iconico con grandissima storia nel mondo dell’endurance”, è il messaggio scritto solo sui social dal WEC in merito, senza emettere alcuna nota ufficiale nel proprio sito.
“Nonostante comprendiamo chiaramente, rispettandola, la decisione di non continuare in questo impegno, ci auguriamo sentitamente di poter accogliere nuovamente Porsche in futuro nella folta e competitiva griglia HYPERCAR”.
Ce lo auguriamo tutti, con la speranza che una delle ere più belle delle corse endurance trovi anche un proprio equilibrio (non solo di prestazioni) e non rincorra più soluzioni per attirare tutti, ma senza poterli realmente accontentare in maniera paritaria.
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