Il due volte campione del mondo MotoGP, Pecco Bagnaia, ha dichiarato che alcuni circuiti storici sono “obbligatori” per il calendario del Motomondiale, ma ha anche sottolineato l’urgenza di migliorarne la sicurezza. Durante il weekend del Gran Premio della Repubblica Ceca a Brno, il pilota Ducati ha elogiato il ritorno del circuito ceco, ma ha lanciato un chiaro messaggio: “I tracciati classici devono restare, ma vanno adeguati agli standard moderni”.
Nonostante l’espansione della MotoGP in nuovi mercati, molte tappe tradizionali come Mugello, Assen, Jerez e Phillip Island restano punti fermi del calendario. Il calendario MotoGP 2026, pubblicato la scorsa settimana, ha confermato la presenza di questi tracciati storici e introdotto una nuova gara in Brasile.
Il 2025 ha anche segnato il grande ritorno del Gran Premio della Repubblica Ceca a Brno, accolto con entusiasmo da piloti e tifosi. Tuttavia, Bagnaia ha evidenziato alcune criticità su piste ritenute fondamentali per la storia della MotoGP: “Jerez è obbligatoria, ma bisogna migliorare la sicurezza, soprattutto alla curva 4 e curva 7, dove si arriva troppo velocemente. Abbiamo visto incidenti come quelli di Rins e Morbidelli”.
Il campione piemontese ha poi citato anche Mugello e Barcellona, dove il livello di grip è molto basso, ponendo un rischio per i piloti. Le sue dichiarazioni seguono gli appelli di altri grandi nomi, come Marc Marquez, che ha chiesto interventi anche al Sachsenring, presente nel calendario dal 1998.
L’evoluzione futura dei calendari MotoGP resta incerta sotto la nuova proprietà di Liberty Media, già artefice di una rivoluzione in Formula 1, con un’espansione globale a scapito di circuiti iconici. In F1, infatti, Germania e Francia non sono più presenti, e Imola è stato escluso dal calendario 2026.
Il timore dei fan e dei piloti è che anche in MotoGP si possa perdere il contatto con la tradizione. Bagnaia, però, chiarisce: “I circuiti classici devono rimanere, ma adattarsi ai tempi, soprattutto in termini di sicurezza”.