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Il Parlamento europeo ha votato per vietare l’uso di termini come bistecca, salsiccia e hamburger per prodotti che non contengono carne. L’Aula di Strasburgo ha approvato con 532 voti a favore, 78 contrari e 25 astenuti le modifiche mirate al regolamento sull’organizzazione comune dei mercati agricoli (Ocm), compreso un emendamento proposto dalla relatrice del Ppe Céline Imart, che impone il divieto di utilizzare termini riconducibili alla carne per i prodotti vegetali, come ‘burger veggie’ o ‘salsiccia di tofu’. La misura deve essere ancora negoziata con gli Stati europei.
APPROFONDIMENTI
L’emendamento
Il Parlamento europeo ha approvato a maggioranza l’emendamento numero 113, firmato dalla relatrice del testo, che vieta l’utilizzo di termini come “bistecca”, “salsiccia”, “scaloppina”, “hamburger” e “burger” per prodotti che non contengano carne.
Il provvedimento, sostenuto da 355 eurodeputati, con 247 voti contrari e 30 astenuti, prevede che tali denominazioni siano riservate esclusivamente agli alimenti di origine animale. La misura, già approvata lo scorso mese dalla commissione Agricoltura (Agri), ha spaccato gli schieramenti politici europei fino all’ultimo. Solo ieri, da Strasburgo, il capogruppo del PPE Manfred Weber aveva definito la proposta “non una priorità”, confermando la mancanza di una linea comune all’interno del gruppo. L’attuale emendamento rientra nella revisione del regolamento OCM (Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli), proposta dalla Commissione europea in risposta alle proteste degli agricoltori che lo scorso anno avevano attraversato l’Europa. L’obiettivo del pacchetto è rafforzare la posizione contrattuale dei produttori agricoli all’interno della filiera. Le reazioni alla decisione
«Il voto del Parlamento europeo contro l’uso del termine ‘veggie burger’ alimenta l’ennesima e paradossale caccia alle streghe contro l’uso e il consumo delle proteine vegetali. Tra l’altro, ricordiamo agli smemorati della destra che i ‘veggie burger’ sono prodotti con i legumi e le verdure che producono i nostri agricoltori e che quindi con il loro voto di oggi tappano le ali a un mercato in continua crescita. I consumatori non sono stupidi e sanno cosa comprano quando vanno a fare la spesa. I veri problemi dell’agricoltura sono ben altri, il Mercosur, i dazi di Trump, i tagli alla Pac, la destra ci parli pure di questo, altrimenti alimenta solo fumo negli occhi dei cittadini», cosi Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle in una nota.
Le critiche
L’Europarlamentare del Partito Democratico Pierfrancesco Maran (S&D) esprime forte critica in merito al voto europeo. La decisione, motivata dall’intento di evitare confusione nei consumatori, viene bocciata da Maran come un esempio di politica reazionaria e ideologica. «In Europa si combattono grandi battaglie in difesa della carne, e ne è la prova il recente voto che impone di non chiamare più ‘veg burger’ i medaglioni di verdure – ha dichiarato Maran – L’imposizione, con il pretesto che i consumatori potrebbero non capire che non stanno acquistando carne animale, è un’iniziativa che mira a sottovalutare l’intelligenza dei cittadini». L’Eurodeputato, pur ammettendo di non essere un consumatore di questi prodotti, ha votato in maniera contraria al divieto. «Ho votato contro questa misura perché non la ritengo guidata dal buonsenso. Nel vietare il nome, vedo un approccio puramente ideologico che poco si concilia con la necessità di offrire chiarezza e libertà di scelta nel mercato», ha concluso Maran. La nuova normativa imporrà presumibilmente l’uso di descrizioni più generiche o tecniche come «medaglioni di verdure».
Cosa cambia adesso
A fine di difendere i valori commerciali e garantire ai consumatori un’informazione chiara e trasparente, l’emendamento punta a vietare espressioni quali «burger vegetale», «salsiccia di tofu o vegana» e «steak plant-based». Affinché il tutto possa diventare definitivo, servirà un accordo totale tra gli Stati membri con i negoziati che inizieranno a partire dal prossimo 14 ottobre. Obiettivo dell’Aula di Strasburgo è attuare l’adozione definitiva delle nuove norme nella sessione plenaria di novembre 2025. Standoa alle prime stime, se i negoziati dovessero avere esito positivo, il provvedimento entrerebbe in vigore a partire dal 2028. Oggi queste denominazioni sono ancora consentite a patto che specifichino l’utilizzo dell’alimento vegetale (se presente).
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