di
Daniela Corneo
La pedagogista e scrittrice Maria Beatrice Masella ha pubblicato un testo, illustrato dall’imolese Claudia Conti, per gli alunni delle elementari: «Bisogna affidarsi alla loro curiosità»
Come lo si può spiegare un evento tanto tragico e violento come la strage del 2 agosto alla stazione di Bologna ai bambini più piccoli che fanno domande agli adulti? Se lo è chiesto a lungo Maria Beatrice Masella, ex insegnante e pedagogista, già autrice di un libro sullo stesso tema, «Davanti a quel muro», destinato però a ragazzini più grandi.
Richieste degli insegnanti
C’era un vuoto da riempire per i bambini e le bambine della scuola primaria e così Masella, autrice bolognese, anche su sollecitazione di molti insegnanti, quel vuoto l’ha riempito con la piccola Irene (sorellina del protagonista di «Davanti a quel muro») e le sue 10 domande. Si intitola proprio così il libro edito da Bacchilega Junior: «Irene e le 10 domande».
Le sue domande e quelle dei suoi amici. Domande difficili per risposte altrettanto difficili a cui i bambini, con un lavoro di ricerca corale, arrivano da soli, seppur presi per mano dagli adulti di riferimento.
Domande della piccola scienziata
«Quella — spiega Masella — è una fascia d’età di bambini curiosissimi, ho pensato di non rivelare io con la trama cosa successe il 2 agosto del 1980, ma di dare loro gli strumenti per indagare». Irene, piccola scienziata in erba, ha due microscopi sempre con sé per esaminare la realtà: uno esterno, reale, e uno interno che la avvicina ai sentimenti alle emozioni, tradotti nel libro con i colori scelti con dovizia di particolari da Claudia Conti, artista 35enne di Imola che ha già collaborato con Masella per «Davanti a quel muro»
Come raccontare un fatto tragico ai bambini
«La realtà e le emozioni — spiega la scrittrice — sono i due binari su cui devono potersi muovere i bambini». Ma il segreto, con i più piccoli, sostiene la ex pedagogista, «è di ascoltare sempre le loro domande, perché i bambini chiedono quello su cui sono disposti ad ascoltare le risposte». Ecco, quindi, che nel libro i piccoli protagonisti, guidati da Irene, si chiedono cosa accadde il 2 agosto 1980 alla stazione, cos’è una bomba, chi sono i colpevoli e le vittime, ma anche chi sono i soccorritori, cosa sono la violenza e l’antiviolenza e cos’è la memoria. E alla fine, lavorando insieme alla ricostruzione della verità, decidono di diventare «soccorritori di memoria», proprio come lo sono stati in tanti anni i familiari delle vittime di quella strage che travolse Bologna e l’intero Paese.
La lettura a Villa Torchi
Masella, che consiglia agli insegnanti di leggere il libro insieme ai bambini, chiede sempre di lasciare in sospeso gli ultimi due capitoli. «Li leggo io in genere a Villa Torchi, dove c’è il monumento dedicato ai sette bimbi che morirono nella strage. Abito a due passi da lì e ogni anno l’1 agosto c’è una commemorazione per quelle piccole vittime».Anche Irene e i suoi compagni di classe concluderanno lì, a Villa Torchi, la loro ricerca sulla strage. Davanti a quel monumento.
Il valore dell’amicizia e la postfazione di Lambertini
«L’altra chiave importante del libro — spiega Masella — è proprio l’amicizia: insieme i bambini arrivano alla verità proprio come hanno fatto i membri dell’associazione». Associazione che firma, con le parole del vicepresidente Paolo Lambertini, la postfazione del volume: «Più siamo — scrive Lambertini citando la piccola Irene — e più possiamo sostenere quel macigno anche passandocelo come un testimone un po’ per uno, così che vada sempre avanti».
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29 luglio 2025
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