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Redazione Economia
Raccomandata a chi ha fruito illegalmente di abbonamenti pirata. L’elenco ottenuto dall’attività della Guardia di Finanza su mandato della procura di Lecce. Lo stesso possono fare anche altre emittenti, come Sky
Dazn scrive una lettera a circa 2mila utenti pirata che hanno visto le partite della Serie A illecitamente non pagando l’abbonamento. Chiedendo il corrispettivo di 500 euro per chiudere la questione senza adire le vie legali che potrebbero portare, secondo fonti della pay tv, ad un risarcimento danni di diverse migliaia di euro. Un modo per chiudere bonariamente senza ulteriori complicazioni legali ed economiche.
Il testo della missiva
Nel testo della missiva si legge che per evitare «di intraprendere iniziative giudiziarie di natura risarcitoria e protettive, con conseguente aggravio di costi, DAZN intende verificare la possibilità di una composizione dell’accaduto, con il versamento di un indennizzo forfettario di Euro 500,00 e con il formale impegno, da parte Sua, a non porre in essere, in futuro, ulteriori comportamenti che ledano i diritti della scrivente».
Le procure anti-pirateria
La morsa si fa sempre più stringente, dunque, sui pezzotti. Con il lavoro delle Procure di Lecce, Bologna, Cagliari, Napoli, Catania che si stanno muovendo in maniera congiunta. L’elenco, girato a Dazn, è stato ottenuto a seguito all’attività di indagine svolta dalla Guardia di Finanza che ha permesso di identificare gli utenti che hanno commesso l’illecito e sanzionarli con verbale, in quanto acquirenti di abbonamenti illegali che distribuiscono contenuti coperti da diritti d’autore.
La violazione del diritto d’autore
I fruitori di contenuti protetti dal diritto di autore, avendo violato la normativa, sono responsabili dei pregiudizi (danni patrimoniali e non patrimoniali) arrecati ai broadcaster titolari dei diritti, Dazn ma non solo. «I broadcaster hanno diritto di conoscere i nominativi di chi ha violato il diritto d’autore ed è stato identificato e sanzionato», in quanto parti lese che hanno subito il danno, dice Dazn che «si sta limitando dunque ad utilizzare i dati esclusivamente per l’ottenimento del legittimo indennizzo per i danni patrimoniali e non subiti».
L’azione risarcitoria
L’azione di contrasto alla pirateria digitale si concretizza, dunque, in un’azione risarcitoria. I titolari dei diritti avevano formalmente richiesto a settembre all’Autorità giudiziaria competente, e ottenuto, i nomi degli oltre duemila utenti (in 80 province italiane) abbonati a IPTV illegale già sanzionati dalla Guardia di Finanza negli ultimi mesi.
Il nucleo della Gdf tra Roma e Lecce
Gli utenti coinvolti erano stati identificati nell’ambito di un’operazione condotta dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza di Roma e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce, coordinato dalla locale Procura. Le indagini avevano permesso di smantellare un’infrastruttura IPTV che trasmetteva contenuti in violazione della Legge sul Diritto d’Autore (n. 633/41), risalendo agli utilizzatori grazie a un’analisi dettagliata di dati anagrafici, bancari e geografici.
Quanti sono gli utenti pirata
L’autorizzazione della Procura competente ha consentito la trasmissione dei dati ai titolari dei diritti, che ora dispongono delle informazioni necessarie per poter agire in sede civile e amministrativa. Da inizio anno, sono quasi 2.500 gli utenti pirata sanzionati e oltre 3.000 sono quelli attualmente in fase di identificazione.
Contenuti guardati illegalmente
«Guardare illegalmente contenuti mette a rischio chi lo fa e colpisce lo sport alle radici. Non è furbo. Non è gratis. Non è senza conseguenze», commenta Stefano Azzi, amministratore delegato di DAZN Italia. «Un’azione risarcitoria, che può ammontare a diverse migliaia di euro, equivale a circa dieci anni di abbonamenti legali».
«Chi sbaglia paga»
«Si sta concretizzando quanto abbiamo sempre detto ovvero che ‘chi sbaglia paga», afferma l’amministratore delegato della Lega Calcio Serie A, Luigi De Siervo -. Chi sceglie di vedere contenuti piratati, oltre a essere perseguito e multato dalla Guardia di Finanza, dovrà risarcire i licenziatari dei diritti sfruttati illegittimamente. Finalmente volge al termine l’epoca dell’impunità: il cerchio intorno ai pirati digitali si stringe di mese in mese attraverso un cambio di passo decisivo nella lotta alla pirateria».
La volontà di collaborare
«Occorre segnalare un positivo effetto che il Corpo ha rilevato durante le fasi di notifica a domicilio delle sanzioni», aggiunge il Gen. B. Crescenzo Sciaraffa, Comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi: «Emerge la volontà di collaborare del sanzionato che in alcuni casi, oltre a regolarizzare il pagamento della sanzione all’Erario, ha responsabilmente comunicato alle Fiamme Gialle nuovi dati e notizie sugli organizzatori delle illecite attività, consentendo di attualizzare le investigazioni sulla pirateria. La pirateria costituisce un moltiplicatore di illegalità: alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’evasione fiscale, del riciclaggio e della criminalità organizzata e danneggia il tessuto produttivo tecnologico nazionale, gli operatori corretti e gli utenti regolari».
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8 ottobre 2025 ( modifica il 8 ottobre 2025 | 20:07)
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