Nessun tennista nato nel Principato aveva mai raggiunto i quarti di finale in un Masters 1000. Sulla sua strada ora c’è Rune ma Valentin punta a fare la storia. Ecco come…


Lorenzo Topello

Collaboratore

8 ottobre – 19:50 – MILANO

Alla Giraffa di Monaco, in nome dell’istinto di sopravvivenza, è bastato alzare il collo di un altro centimetro. Valentin Vacherot a Shanghai sta vivendo “il periodo più bello di sempre” come lui stesso ha raccontato dopo aver battuto anche Griekspoor. Il monegasco è sbarcato ai quarti di finale del proibitivo Masters 1000 cinese che ha già mietuto vittime di ogni tipo a causa del caldo e dell’umidità. Non Vacherot, che alle condizioni asiatiche è abituato: dopotutto ha vinto Challenger in India e Thailandia. Da Montecarlo è partito con due bagagli extra. Primo, un sogno: quello di entrare in top 100 e superare i piazzamenti del fratellastro che… è anche il suo allenatore. Secondo, una fascetta e un polsino: appartengono a Roger Federer ma oggi sul comodino li ha Vacherot, grazie all’intercessione del fratello-allenatore di cui sopra. La Giraffa, dopotutto, punta sempre un po’ più in alto degli altri. 

IL FRATELLASTRO-ALLENATORE—  

Il soprannome di Valentin arriva, tanto per cambiare, da colui che siede al suo angolo: Benjamin Balleret, che con Vacherot condivide la mamma Nadine. Il legame è diventato anche tennistico: Balleret nel 2006 è diventato numero 204 al mondo, esattamente la posizione da cui questa settimana a Shanghai è cominciata la corsa del fratello-discepolo. Che ora è al numero 130, 74 posizioni più in alto, e se dovesse battere Rune ai quarti entrerebbe fra i primi 100. Alzando il collo di un altro centimetro. Balleret lo chiama Baby Girafe, la Piccola Giraffa, perché era alto e smilzo da più giovane, e ogni volta che tentava lo scatto pareva crollare. Poi è arrivata la clamorosa accelerazione nel ranking. 

VICINO AL BEST RANKING—  

Montecarlo luccica nella cartina geografica del tennis: la Rocca vale sempre una foto, anche perché come dice Valentin “è il club più bello del mondo”. E soprattutto nel Principato, per un motivo o per un altro, prendono la residenza quasi tutti i tennisti top del mondo. Eppure un monegasco doc in copertina mancava da tanto, ma tanto tempo: nessuno aveva mai raggiunto i quarti di finale in un Masters 1000. Vacherot ha fatto meglio di Balleret a Montecarlo 2006, quando il fratellastro si arrese al terzo turno a Roger Federer. Andando ancora più indietro, la miglior classifica mai raggiunta da un monegasco è l’84esimo posto di Jean René Lisnard nel 2003. Vacherot, in caso di sbarco alle semifinali di Shanghai, si piazzerebbe 92esimo. Ma avrebbe l’occasione di salire ancora coi due Challenger che lo aspettano in Cina a ottobre. 

SOGNANDO FEDERER—  

Vacherot ha un background familiare curioso: mamma Nadine è anche sorella di Virginie Paquet, numero 208 Wta nell’89 che è la madre di… Arthur Rinderknech, anche lui curiosamente sbarcato ai quarti di Shanghai. Ma il punto di riferimento familiare di Valentin è ancora il fratellastro-allenatore. Ricordate il terzo turno di Montecarlo 2006 perso con Federer? In quell’occasione lo svizzero diede a Balleret un polsino e una fascetta, e il monegasco li consegnò al fratellino di soli sette anni che è cresciuto per tutta la vita col sogno di incontrare Re Roger. Lo diceva anche alla Texas University, che gli ha permesso di alternare libri e racchetta fino all’epoca Covid: “Il mio idolo? Federer. Chi sogno di incontrare? Federer”. Banale? Forse. Ripetitivo? Può darsi. Ma Vacherot guarda sempre un po’ più in alto e la buona sorte gli ha dato un paio di baci in fronte: al terzo turno ha incontrato (e battuto) Griekspoor invece dello spauracchio Sinner, costretto al ritiro. E soprattutto Valentin sa benissimo che Federer sta per prendere un aereo con destinazione Cina, perché venerdì giocherà un doppio esibizione proprio a Shanghai. Rune, avversario dei quarti, è avvertito: Vacherot ha imbarcato diversi sogni nel bagaglio…